Il 27 e 28 marzo si sarebbe dovuto tenere a Gemona del Friuli la seconda sessione del nostro Simposio sul Turismo conviviale che, quest’anno, sta cercando di definire un modello italiano di cammino di fede. Dopo Acireale in cui si è riflettuto sulle coordinate del senso (ricerca, guarigione e trasfigurazione), in questa seconda sessione attiveremo una riflessione condivisa sulle coordinate dello stile: lentezza, benessere e festa.
La lentezza racconta l’uomo a se stesso. Siamo figli della strada e la lentezza dei cammini permette di ritrovarsi viandanti che hanno la strada per casa, ma non una strada impestata di briganti che derubano serenità, ma traboccante di amici ospitali che esaltano la preziosità di ognuno. La lentezza fa assaporare i respiri e da voce al silenzio. La lentezza dispiega i sogni e tesse sentieri di novità. La lentezza fa riscoprire il proprio essere sistema aperto: per vivere è essenziale incontrare e comunicare. Il benessere è fondamentale nell’esperienza dei Cammini di fede e dovrebbe diventarne la peculiarità, come la penitenza per il Cammino di Santiago. Qui è l’umanità dell’uomo ad essere protagonista nel suo anelito di benessere totale, valorizzando il tempo in funzione di un ordinato riconoscimento e potenziamento di tutta la persona in se stessa e delle sue necessarie relazioni con il prossimo. Benessere inteso come star bene. La festa sarà la voce dei Cammini di fede, secondo il modello italiano. Chi cammina riceve il dono di feste patronali e di manifestazioni religiose disseminate lungo la via e nell’arco dell’intero anno. La festa dovrebbe essere davvero l’elemento di qualità dell’esperienza dei Cammini italiani, perché la festa non è un tempo simile agli altri, ma è uno spazio culturale emblematico con un forte valore simbolico. La festa è davvero un tempo sacro e chi la vive ama con più coerenza se stesso, gli altri, la vita e, quindi, Dio.
Purtroppo, la situazione che stiamo vivendo ci impedisce di convenire, ma non di condividere.
Ed ecco che abbiamo pensato di registrare gli input che sarebbero venuti dalle relazioni e di farvi pervenire la scheda su cui scrivere i vostri contributi di riflessione, facendoceli pervenire entro il 30 aprile 2020, per dare poi la possibilità al prof. Simone Bozzato e al suo team dell’Università di Tor Vergata di fare una sintesi e offrirci una visione sistemica e coordinata. È il nostro modo di non arrenderci a questa situazione, ma di cercare di pensare al futuro, naturalmente con lo sguardo cambiato, perché le scene di dolore di questi giorni stanno cambiando i nostri occhi e il nostro domani lo vediamo in modo di verso, forse in modo più asciutto ed essenziale.
Grazie a tutti per il tempo che donerete a questa attività di riflessione e per il contributo che vorrete condividere con tutti noi.
Don Gionatan De Marco
Direttore
In allegato la Scheda per la riflessione