Celebrato per il 'carpe diem', il meraviglioso film di Peter Weir 'L'attimo fuggente' andrebbe analizzato in profondità per tutti gli spunti utili a vita, studio, sport.
L'indimenticabile John Keating, infatti, oltre ad insegnare letteratura trascorre ore con i suoi allievi anche come allenatore di calcio. Dalla voce di Robin Williams ascoltiamo: "Tutti gli sport sono l'occasione in cui altri essere umani ci spingono ad eccellere". Fotografia poetica e profonda sulla bellezza dello sport, di ogni sport. Si fonda, a rigor di logica ed esperienza, su due componenti: l'accordo sulle regole costitutive e la collaborazione. Proprio quest'ultima è spesso così intrinseca da essere sottovalutata.
Si può partecipare ad un evento in varie modalità: ad esempio, gli omini con mantellina stinta che in giornate di ordinario nubifragio forano il prato del 'Meazza' sono essenziali al derby al pari del custode che alle otto del mattino di domenica apre spogliatoi e palestra per la gara di minibasket nell'hinterland milanese. Ma chi ha esperienza di gioco lo sa bene: il primo vero collaboratore è l'avversario. Senza di lui saremmo perduti. Una gara tra atleti della stessa società non ha mai lo stesso brivido dell'incontro con lo sconosciuto.
L'io e l'altro, per gli sport individuali; noi e loro, per quelli di squadra. Entrambi tasselli imprescindibili per la competizione, verbo d'origine latina che indica 'sforzarsi insieme per giungere al meglio'. Naturale che ad un certo punto ci si divida: chi vince, chi perde. Ma chi assicura che il meglio sia semplicemente, banalmente la vittoria? Non è un luogo comune astratto sostenere: anche la sconfitta aiuta il nostro cammino verso la libertà, sempre se sia analizzata con serenità e coscienza.
Pertanto la collaborazione è precedente ed è la base della competizione. Il singolo o la società sportiva che si iscrive ad un torneo agisce come il cittadino che, liberamente riconoscendo tale status, accetta la Costituzione e le leggi della Repubblica Italiana. Sottoscrive un patto con sé e con gli altri sulla base di regole di partenza che per responsabilità non può né deve ignorare. Un patto che solo la collaborazione, anche da avversario, con l'altro potrà migliorare, arricchire, perfezionare. In questo lo sport educa al bene comune senza spezzare la nostra tensione verso la libertà.
Prof. Andrea Barbetti