UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DEL TEMPO LIBERO, TURISMO E SPORT
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Corpo, anima e spirito

“La comprensione di questa unità della persona fu consequenziale nel dare forma all’atteggiamento cristiano nei confronti dello sport”.
4 Giugno 2019

“La comprensione di questa unità della persona fu consequenziale nel dare forma all’atteggiamento cristiano nei confronti dello sport”.
La tripartizione “corpo, anima, spirito” dell’identità della persona lungi dal creare un’ intrinseca divisione ne rivela la ricchezza dimensionale in un organismo del tutto unitario.

Per questo si fa decisiva la sua “comprensione” rispetto alla visione cristiana dello sport al seguito di un celebre passo di San Paolo (cfr 1Ts 5,23). In realtà la formulazione antropologica di “corpo, anima e spirito”, sia pure marginale nella riflessione paolina, appare ricca di suggestioni teologiche ed etiche. Nell’applicazione in materia di sport, la dizione dell’apostolo funge da traino valoriale per una sicura visione cristiana del gesto atletico.

Anzitutto stabilisce e fonda l’integrità e la totalità della persona umana in relazione al disegno creatore di Dio e alle attività corrispondenti alla sua sussistenza. In secondo luogo delinea efficacemente il profilo soteriologico ed etico implicato necessariamente nell’atto umano “sportivo” del credente in Cristo. Non stupisce dunque che il magistero pontificio, assecondando uno stile pedagogico-spirituale più che dottrinale, insista nell’affermare il principio di unità della persona nella prospettiva valutativa del gesto sportivo. Val bene osservare che la forte sottolineatura magisteriale tende a consolidare la natura olistica della persona, a difendere la sua identità indivisa e, in particolare, ad argomentare in favore della dimensione “spirituale” dello sport in quanto agito dalla persona composta in unum di “anima e di corpo”.

Di fatto, la tenuta rigorosa dell’unità della persona rimedia con sicurezza al rischio incombente della deriva materialistica dello sport nel puro tecnicismo o nel puro atletismo. In tale luce valoriale lo sport acquista la sua piena funzionalità nel rispetto dell’unità di intenzione e di azione, favorendo la sua nativa dimensionalità plurale, come atto ludico, educativo, culturale ed elevante.

+ Carlo Mazza