UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DEL TEMPO LIBERO, TURISMO E SPORT
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Giovinette, le calciatrici che sfidarono il Duce di Federica Seneghini

Rosetta, Marta, Losanna e le altre riuscirono a giocare una partita sola. Poi intervenne il regime…
27 Gennaio 2021

Giovinette è uno dei libri di sport più interessanti pubblicato nel 2020 (editore Solferino) e scritto a 4 mani da Federica Seneghini, giornalista, che lavora per il Corriere della Sera, e lo storico Marco Giani.

Si tratta di un romanzo basato su fatti realmente accaduti e ricostruiti sulla base dei documenti dell’epoca, della testimonianza dell’ultima superstite e dei parenti delle protagoniste: sono un gruppo di ragazze milanesi che, nel 1933, diedero vita alla prima squadra di calcio femminile in Italia, il Gruppo Femminile Calcistico.

Il libro, racconta la storia di 3 ragazze, Rosetta, Marta, Losanna, che unite da “tanta passione e buona volontà”, decidono, per divertimento o per noia, di fare due tiri a pallone e scendono in campo con i calzettoni e la gonna nera per non offendere la morale e che si battono, nonostante le umiliazioni, per formare la prima squadra femminile, stroncata sul nascere dal fascismo.

Rosetta, con i suoi sedici anni e nell’animo il sacro fuoco del calcio, Giovanna, per cui l’avventura della squadra è anche un gesto politico, Marta, saggia e posata ma determinata a combattere per la libertà di giocare. E poi ancora la coraggiosa Zanetti che dà il calcio d’inizio, la stratega Strigaro che scrive ai giornali, la caparbia Lucchi che stenta a vincere l’opposizione paterna.

Attentamente ricostruito e corredato da un saggio di Marco Giani, che ripercorre decenni di discriminazione femminile nel mondo del calcio, il romanzo, accessibile e scorrevole, è una storia di sport ma anche di passioni, di amicizia e nel contempo è anche un pezzo di storia del nostro Paese. “Sono storie nella Storia, storie di persone come noi che vivevano in un contesto molto diverso dal nostro - afferma l’autrice-, storie che parlano di sport, ma anche di resistenza e di passione. Quindi può piacere agli sportivi ma probabilmente anche ad altri. Mi piacerebbe molto che questo libro entrasse nelle scuole, che fosse letto dai ragazzi e soprattutto dalle ragazze, magari in un’ultima classe di liceo. Gli studenti sono gli uomini e le donne di domani, e sono quelli gli anni in cui bisogna insegnare loro qualcosa della nostra storia. Bisogna insegnare alle ragazze che non devono farsi spaventare da chi pretende di dir loro cosa fare o cosa non fare. Leggere un libro come questo può essere un buon modo per spronarle a inseguire i propri sogni”.

Il seme gettato dalla loro coraggiosa e breve esperienza darà i suoi frutti negli anni a venire, dribblando un pregiudizio, ancora oggi, duro a morire, che vuole il calcio espressione di virilità non adatta alle donne.