C’è bisogno di “costruire” i luoghi dove esprimere gioia con lo sport. E i luoghi della pastorale sportiva possono essere divisi in due categorie: quelli da abitare e quelli da organizzare e gestire.
Nei primi si esce dai nostri ambienti tipici (oratori, parrocchie ecc..) per andare a portare idee, progetti e stili, nei luoghi in cui si vive lo sport nel quartiere, società sportive e impianti, palestre, centri fitness, …
Invece far entrare lo sport nei nostri ambienti ecclesiali (oratori soprattutto, parrocchie ecc..) è una attività diversa anche se non distinta. Quali regole? Quale formazione? Quali obiettivi specifici? Quali investimenti economici e di persone dedicate? Qui si gioca il cuore attivo della Pastorale sportiva nella costruzione di esperienze esemplari che siano di ispirazione dentro e fuori dal confine parrocchiale.
A questi luoghi e alla loro gestione vanno dedicate energie importanti che, sempre in ottica di pastorale integrata, possono essere uno degli sviluppi futuri della pastorale. Lo sport è per sua natura un luogo di integrazione e di inclusione. È un linguaggio universale, attraverso il quale anche una lingua o una cultura diversa diventano una opportunità di comunicazione. In un tempo come il nostro dove la necessità sempre maggiore di inclusione e integrazione è indiscutibile, lo sport può assumersi la responsabilità di essere attore protagonista su questi temi. Rendere una società sportiva una comunità educante può essere una straordinaria missione da realizzare.
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SCHEDE ATTIVITA'
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Intervista a Fabrizio Donato, medaglia di bronzo alle Olimpiadi 2010 - salto triplo
ASD San Giuseppe Trecate