Ci vorrá parecchio tempo per analizzare del tutto l’esperienza vissuta, ma sento il bisogno di ringraziarvi un’ultima volta per questa esperienza splendida fatta insieme.
Oggi, al momento di salutarci e affrontare il leggerissimo viaggio di 180 ore verso Roma, ho avuto modo di chiedermi: ma cosa ha reso davvero speciale questo simposio?
Certo, la location era uno spettacolo e l’argomento interessantissimo, ma quello che (come dice Don Gionatan) potremmo chiamare “elemento wow” è stato un altro: gli “spunti di riflessione”, sapientemente realizzati dai relatori, sono stati utilizzati come terreno fertile per i nostri brainstorming e ci hanno aiutato a rispondere ad alcune domande sul futuro di questo mondo. Il vero elemento wow è che rispetto a tante altre conferenze, dove i meta-discorsi imperversano e mai si scende a descrivere nel concreto come sporcarsi le mani per migliorare le cose, ad Olimpia è successa una cosa bellissima: partendo da degli indirizzi di carattere storico/teorico/filosofico, le tematiche hanno preso una forma pragmatica e ci si è focalizzati sul trovare soluzioni reali a problemi reali, tramite le esperienze personali e le conoscenze di ognuno di noi. Abbiamo tutti messo al servizio della comunità il nostro specifico e qualificato punto di vista, senza individualismi e preconcetti, ma con una grande voglia di fare.
La responsabilità individuale, come atleti, educatori, federazioni, organizzazioni e cittadini, è stato il leit motiv di questi incontri, dove tutte le forze in gioco hanno dimostrato una fortissima volontà di collaborare per uno sviluppo di una società sportiva armoniosa. Tutto ciò, partendo dal presupposto che è necessaria una alleanza che possa riuscire a gestire le forze centrifughe che agiscono sul mondo dello sport, per costruire una societá armoniosa dalla quale nessuno sia escluso, fondata sui quei valori ben rappresentati dallo spirito olimpico. Siamo stati compagni di un bellissimo viaggio cominciato nell’VIII secolo a.C. con i racconti omerici con cui ci siamo deliziati tra le rovine di Olimpia, per arrivare a sbirciare al futuro, con l’agenda Olimpica 2020+5 e le nostre proiezioni.
Elemento enorme di forza di questo progetto è dato dal ruolo fondamentale degli educatori, che possono adempiere al loro compito solo mettendosi continuamente in gioco, come ognuno di noi ha fatto, mettendosi perennemente in discussione nei gruppi di lavoro.
Ed è importante, secondo me, sottolineare non solo come il confronto sia stato sempre rispettoso, umile e estremamente paritario, ma anche come si sia creata con tempi da record una atmosfera di gioviale convivialitá e scanzonata complicità.
Il simposio ha avuto, credo per tutti, un esito estremamente positivo, anche solo per aver creato una valida rete di contatti tra persone intenzionate a fare del bene, che condividono una visione.
Sono infinitamente grata a tutti per questi quattro giorni e non solo per le parole e gli atteggiamenti estremamente gentili e di supporto che mi avete rivolto, per gli spunti interessanti di lavoro, per i rapporti sinceri che si sono creati e per la ricchezza della conversazione, ma anche perché mi avete permesso di toccare con mano che il miracolo dello sport si compie in qualsiasi contesto.
Come altro spiegare che persone da background così diversi si siano immediatamente trovati alleati e fratelli tra loro, se non tramite il senso di appartenenza dettato dalla cultura sportiva, nostro comun denominatore?
Questo weekend è stato speciale perché prima ancora di realizzare a parole come dovrebbe essere il mondo del domani, noi stessi siamo stati esempio della possibilità di una società armonica e che guarda al futuro.
Vi prego di sentirvi in diritto di contattarmi davvero per qualsiasi motivo, sarei solo felice poter coltivare i frutti di questo simposio.
Ad maiora!
Elena Pantaleo, pluricampionessa FederKombat