Caro Francesco,
scusaci se questa sera – per un attimo – invadiamo il tuo spogliatoio, ma abbiamo bisogno di partire proprio da qui, dal luogo dove ti sei “spogliato” per la prima volta, per cercare di scoprire quei segreti nascosti che hanno reso la tua partita vincente e che potrebbero rendere vincente anche la nostra.
Ci sembra di vederti… proprio qui… al centro di questo santuario! Hai l’affanno che ritma il tempo e gli occhi ormai sono tutti rivolti verso te. Quelli del Vescovo Guido che si chiedono “cosa fai?”… Quelli di tuo padre Pietro di Bernardone che nel tormento ti chiedono “perché?”… Quelli di tua madre che nel silenzio ti dicono “mi fido di te”… Quelli di Chiara, nascosti dietro ai boccoli d’oro, che ti sussurrano “sii forte”… Quelli di tutta Assisi, radunata come in uno stadio, incuriosita da ciò che già si raccontava di te e intenta a scommettere su chi potesse vincere la partita!
Ma tu… spiazzi tutti! Ecco cosa ci raccontano le Fonti che parlano di te di quel giorno:
Comparso davanti al vescovo, Francesco non esita né indugia per nessun motivo: senza dire o aspettar parole, si toglie tutte le vesti e le getta tra le braccia di suo padre, restando nudo di fronte a tutti. Il vescovo, colpito da tanto coraggio e ammirandone il fervore e la risolutezza d’animo, immediatamente si alza, lo abbraccia e lo copre col suo stesso manto. Comprese chiaramente di essere testimone di un atto ispirato da Dio al suo servo, carico di un significato misterioso. Perciò da quel momento egli si costituì suo aiuto, protettore e conforto, avvolgendolo con sentimento di grande amore.
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