Diversi sono i “luoghi” lungo il Cammino di San Francesco che da Rimini conduce a La Verna - un Cammino che attraversa mirabili borghi medievali e dai cui crinali appenninici si aprono scorci prospetticamente suggestivi su tutta la Val Marecchia - che mostrano, ancora oggi, le tracce di antichi insediamenti francescani, custodendone i segni del passaggio del Santo, che i documenti storici vogliono proprio in Romagna nel XII secolo.
Tra questi luoghi, spicca il Convento francescano dei Frati minori di Santa Croce a Villa Verucchio, considerato il più antico luogo francescano dell’Emilia-Romagna e che sorge proprio là dove il “pellegrino” di Assisi, poco più che trentenne, in occasione del suo viaggio a San Leo nell’anno 1213, si fermò per un tempo di preghiera, costruendosi un riparo. Il contesto: una vasta e folta selva che si estendeva per l’intera collina digradando verso la pianura sottostante, dove scorreva, e scorre tuttora, il fiume Marecchia. E proprio questo paesaggio trovò Francesco quando si fermò qui, per un breve periodo, con alcuni compagni.
Oggi, in quel luogo, sorge una cappella a lui dedicata e più volte trasformata nel corso dei secoli. A seguito della morte di San Francesco, nel 1226, i suoi frati qui iniziarono a dimorare, dando vita al Convento ove vi abitano tutt’ora da oltre otto secoli.
La tradizione vuole che il “pellegrino” Francesco abbia piantato nel terreno il “bordone” che lo aveva sostenuto lungo il cammino, dal quale poi si originarono foglie e rami dando vita al monumentale cipresso ancora oggi visibile e custodito all’interno del chiostro: uno spazio raccolto e ritmato da arcate perimetrali, all’interno del quale, una volta entrati, si percepisce subito un silenzio ed una pace che invitano al raccoglimento. Un luogo “di cura” dell’anima, in cui è possibile vivere una vera e propria “distensione” del tempo capace di arginare l’incombere serrato di quell’incessante fluire degli eventi a cui oggi tutti siamo sottoposti, restituendoci più ampi e rinnovati orizzonti di senso.
Questo mirabile “ospite” - l’albero di circa 25 metri di altezza -, che subito ci accoglie (e ancora oggi oggetto di studi scientifici), ha resistito tenacemente nel tempo, sia alle intemperie della natura sia alle vicissitudini storiche: dall’arrivo delle truppe napoleoniche alle vicende del secondo conflitto mondiale; e ancora oggi, con tutta la sua maestosa bellezza, accoglie i visitatori che decidono di raggiungere questo “frammento” di Paradiso.
Questo complesso conventuale costituisce una delle prime tappe del Cammino di San Francesco da Rimini a La Verna, che ha il suo nucleo di partenza dalla Basilica Cattedrale, Tempio Malatestiano, un tempo chiesa francescana, raggiunge il Monastero della Natività di Maria (Clarisse), sempre in centro storico, per proseguire poi, uscendo dalla città di Rimini, verso il Santuario e Convento francescano di Santa Maria delle Grazie (con la sua Via Crucis tre le più antiche d’Europa), per passare poi in località Vergiano sulla Marecchiese (dove un’antica tradizione vuole che San Francesco sia stato ospitato per una notte in una modesta casa di questa frazione), e giungere poi al Convento di Santa Croce Villa Verucchio. In riferimento a quest’ultimo, attigua al Convento si trova la Foresteria San Francesco, creata per accogliere pellegrini per tempi di ritiro, riflessione e preghiera. È attivo anche l’Oratorio “Il Cipresso”.
La chiesa conventuale, nella sua semplicità costruttiva, presenta un caratteristico portale trecentesco d’ingresso “strombato”. Il vasto interno, riqualificato in stile neoclassico, presenta un prezioso coro rinascimentale intarsiato. La chiesa conserva alcuni importanti tesori artistici: tra questi di particolare importanza è il mirabile affresco realizzato tra il XIII e il XIV secolo nell’ambito di quella Scuola riminese del Trecento che ha saputo coniugare l’influenza di Giotto - attivo a Rimini negli ultimi anni del XIII secolo (si pensi al Crocifisso della Basilica Cattedrale Tempio Malatestiano, 1299 ca), con l’ascendente di una più antica cultura adriatico-orientale di matrice bizantina, configurando così il territorio riminese come importante centro di produzione artistica, in grado di irradiare la sua influenza in un contesto geografico che, oltrepassando i confini locali, dalla Romagna si estese alle Marche e al Veneto (Daniele Benati).
È in fase di realizzazione l’allestimento di un museo nell’antico refettorio del Convento, il quale conserva alcuni affreschi anteriori al 1600 che rappresentano una Madonna con Bambino e una Crocifissione. Il museo vuole essere un “luogo della memoria” intento a testimoniare una storia antica e ricca di “frammenti” che costituiscono l’identità di questo luogo. Qui, infatti, si trovano foto e oggetti che parlano della storia del Convento e di chi lo ha abitato.
Di particolare importanza è poi, come si è ricordato precedentemente, il contesto paesaggistico che restituisce al luogo in cui sorge il Convento quella “fratellanza” con la Natura che caratterizza lo spirito più intimo dell’identità francescana: un contesto naturalistico (quello che “ospita” e circonda il complesso conventuale) quale vero e proprio specchio di quel Cantico delle Creature che ci invita al nostro ruolo di custodi del creato. Non quindi una meta semplicemente da raggiungere, ma “un luogo” che ci apre allo stupore ed alla contemplazione della Bellezza: una vera e propria Via Pulchritudinis.
Un luogo dunque da non perdere se si decide di visitare l’Emilia-Romagna o percorrere anche una sola tappa del Cammino di San Francesco da Rimini a La Verna.
Per maggiori informazioni e curiosità:
www.monasteriemiliaromagna.it, www.camminiemiliaromagna.it
Approfondimento a cura di:
Monica Valeri, Responsabile del Circuito Cammini e del progetto Turismo Religioso APT Regione Emilia Romagna,
Johnny Farabegoli, Responsabile Ufficio Beni culturali Diocesi di Rimini,
Franco Boarelli, Presidente del Cammino di San Francesco da Rimini a La Verna.