di Alessandra Valente
Un tempo il Santuario sorgeva fuori dal centro abitato, mentre oggi è inglobato nel borgo di Torrepaduli, lungo la strada che porta a Ruffano. A Torrepaduli il culto per il santo taumaturgico francese, invocato contro la peste, è documentato già dal Cinquecento.
La chiesa ha avuto delle sostanziali modifiche nell’Ottocento. Conserva l’altare maggiore in stile barocco del Settecento su cui è inserito il dipinto del santo che lo raffigura tra gli appestati, opera del pittore Giovanni Grassi di Lecce del 1851. Il pavimento musivo è opera di Michele Peluso del 1891. Sul lato ovest c’è la piccola chiesa ottocentesca dedicata alla Vergine Dolorosa.
È l'icona biblica della Visitazione di Maria alla cugina Elisabetta ed il cantico del Magnificat ad ispirare la proposta pastorale del Santuario. Il servizio disinteressato di Maria, incarnato stupendamente da san Rocco, è diventato stile, una quotidianità nelle relazioni con chi arriva al Santuario bisognoso di una parola di Misericordia o con chi bussa portando con sé bisogni materiali.
La festa di San Rocco si tiene ogni anno il 15 e 16 agosto. L’ultima domenica di settembre si celebra la festa dei Quaranta: dopo 40 giorni san Rocco fa ritorno dalla chiesa matrice al Santuario. Soprattutto il 15 e 16 agosto il Santuario di Torrepaduli diventa meta dei pellegrini devoti al santo francese. Si hanno tantissime testimonianze di guarigioni miracolose anche grazie agli ex voto presenti in chiesa. Si tratta di attestazioni popolari di quanto il santo ha concesso in svariate occasioni. Inoltre ci sono giunte diverse testimonianze scritte da pellegrini e fedeli grazie a lettere e visite presso la chiesa. Fino a qualche anno fa le manifestazioni popolari per chiedere la grazia erano numerose e varie. Molti devoti arrivavano qualche settimana prima della festa e soggiornavano in campi di fortuna per poter assistere al novenario. Altri eseguivano un rituale penitenziale, si trascinavano in ginocchio fino al simulacro per chiedere la grazia per sé o un parente. Nelle settimane che precedevano la festa del 15 e 16 agosto si portava il famoso cagnolino del santo nelle case degli ammalati per chiedere una pronta guarigione. Le richieste erano sempre fermamente legate allo stato di salute.
Ancora oggi, attorno al Santuario per tutta la notte si svolge un rito antropologicamente rilevante denominato danza scherma o danza delle spade, un rito religioso e popolare, in cui sacro e profano si mescolano.I pellegrini, per non perdere la prima messa dell'alba del 16 agosto, trascorrono la notte sui gradini della Chiesa. Durante questa lunga notte di attesa, prendono vita le ronde: in mezzo alla folla, sul piazzale davanti alla Chiesa, si aprono degli spazi circolari dove i tamburellisti e i danzatori si esibiscono a ritmo incalzante. Più i colpi di tamburello diventano forti e serrati, più aumenta l’atmosfera di sfida tra i danzatori che, fissandosi negli occhi e mimando con le dita delle mani delle lame di coltelli, danzano fino ad essere stremati. È quello il momento in cui nuovi danzatori entrano in scena, dando il cambio agli uscenti. Nel cerchio energico delle ronde i primi ad entrare in scena e a danzare sono gli anziani, custodi della memoria e dei gesti di questo rito antico.
Per quanto riguarda l’ospitalità, negli anni ’50 il rettore don Vito Lecci diede vita a quella che venne definita la Casa del Pellegrino. L’attuale rettore, don Gino Morciano, sta portando a compimento quel disegno avveniristico e la casa, ribattezzata come Opera San Rocco, avrà nella sua struttura anche delle stanze per il ristoro e il pernotto dei pellegrini.
ALCUNE NOTIZIE UTILI
Indirizzo (Via/Piazza, Città, CAP): Largo San Rocco
Contatto telefonico: 339 7433157 328 5498268
E-mail: santuariosanroccotorre@gmail.com
Apertura e orari celebrazioni:
Feriale ore 9, festivo estate ore 19, festivo invernale ore 17,30