di Alessandra Valente
Luca Grion è docente di filosofia morale presso l’Università degli Studi di Udine e direttore del Centro Studi Jaques Maritain.
Oggi viviamo un po’ tutti delle “vite di corsa” e siamo così presi dalla frenesia del fare e dall’ansia del risultato che rischiamo di smarrire il senso del nostro faticare. Ecco allora che la domanda da cui questo libro prende le mosse, e che chiede conto del «perché corriamo?», non riguarda solo i maniaci del running, ma diventa anche l’occasione per ragionare sulle nostre vite. Per farlo, però, dobbiamo smettere di correre, prenderci una pausa e regalarci il tempo della riflessione. La filosofia, in fondo, è questo sguardo curioso sulla vita, teso a coglierne il senso profondo, così da riprendere poi il nostro fare con maggior consapevolezza. Questo libro, quindi, parla di passione – per lo sport e per la filosofia – e cerca di offrire qualche spunto di riflessione non solo ai runner, ma a quanti ritengono che per vivere bene sia necessario allenare quelle virtù interiori che ci aiutano a fronteggiare al meglio le sfide del quotidiano.
Oggi va di gran moda parlare di resilienza, che è un nome nuovo per parlare di una virtù antica: la fortezza, per l’appunto. Questa virtù consiste nella capacità di tener duro quando le cose si fanno difficili, sapendo che i beni preziosi sono ardui e richiedono sudore per essere conquistati. Nello sport come nella vita. La “megalopsichia” invita proprio a tendere a “cose grandi”, senza accontentarci di beni facili ma di scarso valore. E quando ci si pone obiettivi ambiziosi – e cosa c’è di più ambizioso di voler esprimere al meglio i propri talenti – le cadute e le sconfitte sono all’ordine del giorno. Per questo è importante allenare la nostra capacità di resistere, di tener duro, di non lasciarci abbattere. Quando ci riusciamo, diventiamo anche meno arroganti nella vittoria e più sensibili rispetto alle difficoltà altrui, perché consapevoli di quanto coraggio ci voglia ad accettare la sconfitta senza perdersi d’animo.
Nel mio libro non mi propongo certo di offrire ricette per una vita felice; non ne sarei capace e forse non è neppure possibile farlo. Quello che cerco di condividere è quanto ho maturato lungo i tanti chilometri percorsi a piedi. Qualche indicazione di percorso, però, mi sento di offrirla. Innanzi tutto, credo sia importante coltivare un rapporto equilibrato con le nostre passioni, senza lasciarci prendere troppo la mano. Cosa non facile, come i runner sanno bene. Lo sport, per chi lo ama, rappresenta un ingrediente capace di rendere più gustose le nostre vite, ma se non sa trovare il giusto spazio tra i tanti impegni del quotidiano (lavoro, famiglia, amicizie) rischia di diventare indigesto …per noi e per chi ci sta accanto.
Equilibrio è forse la parola che più di frequente ricorre nel libro. E poi penso ci voglia ritmo, come in maratona: saper dare il giusto ritmo alla vita è qualcosa che si apprende col tempo, ma può fare la differenza tra l’arrivare soddisfatti al traguardo e il dover fare i conti con la delusione.