UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DEL TEMPO LIBERO, TURISMO E SPORT
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La gioia dello sport

La gioia è il frutto del fare ciò che piace o appassiona
14 Ottobre 2019

La gioia è la virtù che ci permette di godere di quello che stiamo vivendo, anzi di sentirci ogni volta più vivi. L’attività sportiva deve essere divertente e eccitante, qualcosa che regala grandi emozioni e passione, che aiuti a combattere il contrario dell’allegria che è la malinconia.

Siamo tutti convinti che lo sport è un’attività che sa regalare gioia o, per dirla in altro modo, è un’attività rivitalizzante attraverso la quale è possibile riconciliarsi con la vita. Per questa ragione possiamo mettere in relazione la gioia con l’eutrapelia, la virtù che dà il giusto spazio al gioco e al divertimento nella vita di una persona.

La miglior ricompensa di un atleta è il benessere e la gioia che prova nel compiere lo sforzo per raggiungere una meta. Attraverso l’attività fisica noi non ci stanchiamo di provare la gioia di vivere. Tutti coloro che praticano sport conoscono bene questa sensazione della capacità nascosta del proprio corpo in cui si fondono salute, equilibrio, energia dando vita ad una poesia espressa dall’esercizio fisico.

Quando corpo, anima e spirito si trovano uniti in questa pienezza di vita, allora si sperimenta la vera felicità. L’attività sportiva permette di sperimentare la forza inesauribile della vita, celebrare il momento che si sta vivendo, sperimentare la propria presenza in questo mondo. Davvero lo sport è una delle attività più semplici e più autentiche per sentire che si è vivi, che si è realizzati. Si presenta come una riconciliazione con il meglio della vita, un regalo per la gioia di vivere, come affermava in una conferenza il filosofo francese Henri Bergson: “ Il piacere è solo un artificio inventato dalla natura per scoprire di essere vivi; non indica la direzione della vita. La gioia, invece, dice che la vita ha trionfato, che ha guadagnato terreno, che ha conseguito una vittoria. La gioia ha un accento trionfale”.

La gioia produce gli ormoni della felicità: ossitocina, dopamina e serotonina, che riducono lo stress e stimolano atteggiamenti positivi, promuovono la fiducia nel prossimo e comportamenti empatici. All’economista Richard Easterlin va la paternità di quello che è chiamato “il paradosso della felicità”: ha dimostrato che la felicità di una persona è sì proporzionale al reddito ed ai beni materiali, ma solo fino ad una soglia, per poi non crescere più. Per essere felici abbiamo bisogno, ha dimostrato, di costruire beni relazionali, amicizie, affetti. E questi si possono costruire in maniera privilegiata nello sport.

Don Alessio Albertini, Assistente Ecclesiastico Nazionale CSI