UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DEL TEMPO LIBERO, TURISMO E SPORT
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Le sfide dello sport: la corruzione

Non meno del doping, la corruzione può portare lo sport alla rovina”
23 Ottobre 2020

Nel 1987 fui sollevato da responsabile della squadra nazionale di atletica perché avevo denunciato l’uso del doping ma anche accusato i miei dirigenti di aver manipolato una gara internazionale. Ho dunque esperienza diretta dello stretto collegamento tra i due fenomeni.

Un dirigente o un tecnico del ciclismo che pongono al primo posto la propria affermazione ad ogni costo non fanno differenza tra indurre al doping un proprio corridore o invece dotarlo di una bici truccata con un motorino magnetico nascosto nel telaio. Anzi, scegliere questa via, fino a che non si è iniziato a perseguire il fenomeno delle bici truccate con determinazione, è stato un modo per alcuni ciclisti o per alcuni direttori sportivi di sentirsi nell’ipocrita condizione di scagliarsi pubblicamente e con durezza contro il doping…

In questi esempi la costante tra doping e corruzione è il perseguimento del successo ad ogni costo ma la frode, se finalizzata al guadagno illecito, può pure transitare attraverso una voluta sconfitta, come nel caso delle tante modalità di scommesse che si prestano a complicate alchimie nei risultati e generano incontrollabili flussi di denaro che si spostano da un Paese all’altro.

In alcuni sport professionistici, con il calcio in prima fila, si esportano illecitamente capitali e si generano utili e perdite fittizi, grazie all’incontrollato sistema della sopravvalutazione dei giocatori acquistati e ceduti all’estero.

Il doping sportivo ed il maquillage dei bilanci delle società calcistiche hanno perfino dato vita all’inedita espressione “doping finanziario” che, in sintesi, si traduce in bilanci truccati, in evasioni fiscali ed in sottrazioni illecite di risorse.

E’ intuibile come questo diversificato insieme di corruttele crei intorno allo sport un momentaneo flusso di risorse ed un’apparente opulenza che presto si traducono in bancarotte e fughe con la cassa.

La diffusione sia del doping che della corruzione mettono in crisi l’autonomia e la dignità dello sport e degli atleti e ne intaccano il grado di libertà. I dirigenti che promuovono tali devianze sono dei predatori che, dietro di sé, lasciano devianze, involuzioni, caos e vuoti culturali.

 Prof. Alessandro Donati, Maestro dello Sport - Roma