"Quasi un continente", così è stata definita la Sardegna dal giornalista Marcello Serra.
Essa, infatti, ospita le rocce più antiche d’Italia, risalenti al Paleozoico inferiore (570 - 500 milioni di anni fa), e possiede ben 1.849 km di costa delle 7.456 complessive del Bel Paese, grazie alla particolare conformazione frastagliata che dà vita a miriadi di piccole cale e insenature. L’isola, inoltre, nei suoi 24.000 km quadrati presenta una certa molteplicità e peculiarità di paesaggi, che la rendono continuamente diversa da nord a sud; inoltre, ospita oltre 7.000 nuraghi che, a partire dal 1800 a.C., la connotano come unica a livello mondiale. In questo quadro naturale, segnato dalla bellezza della creazione e dalla sapiente arte dell'uomo, lungo la costa centro-occidentale, dal 2016 prendono piede nell’antica terra di Ichnusa (=impronta) i cammini detti LodialleTorri promossi dall'Ufficio Pastorale del Turismo dell'Arcidiocesi di Oristano. Si tratta di un'esperienza di cammino lento e sostenibile, che si estende per 50 km, dal faro di Capo San Marco (Cabras) sino a Torre del Pozzo (Cuglieri).
I pellegrini camminano sui chicchi di quarzo delle spiagge di Mari Ermi e Is Arutas e attraversano piccoli sentieri circondati dai profumi della macchia mediterranea sino alla marina di San Vero Milis prima di giungere alla Pineta Is Arenas, un vero e proprio polmone verde con un milione di pini marittimi messi a dimora negli anni Cinquanta, là dove un tempo vi era il deserto più esteso d’Europa con dune alte in media dai 10 ai 30 metri, fino ad arrivare addirittura a 70 metri.
In questo scenario unico, ogni lunedì di luglio e agosto, prendono vita i nove cammini LodialleTorri in LaudatoSinis. Si percorrono ora 6 ora 9 o 12 km per volta, si ammira la bellezza del creato e passo dopo passo si loda il creatore. Non mancano le soste per la preghiera (dalle lodi mattutine alla “Preghiera per la nostra terra” composta da papa Francesco), come pure l'invito a far propri i nuovi stili di vita proposti al paragrafo 211 della Laudato Si' circa l'educazione alla responsabilità ambientale, al fine di “incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente”. Il 2020, seppure segnato dalle conseguenze del Covid-19, sta registrando una crescita in termini di partecipazione non solo per il numero di pellegrini ma anche per la diversificata provenienza diocesana.
L'input dato dall'Ufficio nazionale della Pastorale del Turismo e volto a favorire e incrementare il turismo di prossimità, #Sceglilitalia e #rESTATEinCammino, è stato fatto proprio dall'Ufficio regionale della Sardegna nel messaggio di solidarietà rivolto al comparto turistico isolano, a firma del vescovo delegato Ignazio Sanna, e, poi, rilanciato a luglio, a Barumini, presso il sito Unesco Su Nuraxi, durante la visita di mons. Roberto Carboni, il quale ha esortato i sardi a (ri) scoprire l'Isola. Un appello forte a mettersi in cammino percorrendo i sentieri dell'Isola per raggiungere i piccoli borghi della Via Martyrum e dell'erigenda Via Sanctorum, come pure il cammino minerario di Santa Barbara ed altre proposte, così da cogliere il ricco patrimonio culturale, museale, d’arte offerto dalle centinaia di monumenti, chiese e santuari campestri plurisecolari sparsi in ogni dove.
Il 2020, pertanto, seppur segnato dalla pandemia, servirà ai sardi a maturare una maggiore consapevolezza circa la bellezza sparsa a piene mani in ogni angolo della Sardegna, al fine valorizzare al meglio la propria terra e prepararsi ad accogliere i turisti che, in un futuro il più vicino possibile, ci auguriamo possano ritornare ancora più numerosi così da lasciare le impronte del loro cammino lento sull'antichissima terra Ichnusa.
Ignazio Serra, Incaricato Regione Sardegna Ufficio Pastorale del Turismo, Tempo Libero e Sport
Giacomo Zichi, Collaboratore Ufficio Pastorale del Turismo, Tempo Libero di Oristano