Una primavera da coronavirus ha messo in ginocchio il mondo delle strutture religiose che in tutta Italia offrono ospitalità spirituale e turistica. Il portale ospitalitareligiosa.it ha calcolato che attualmente più di un centinaio non hanno riaperto i battenti, non potendo più sostenere i costi di una gestione azzerata. Speriamo si tratti di chiusure provvisorie e che il lento rientro alla normalità, possa col tempo riaprire quei portoni che tante anime avevano accolto. Intanto migliaia di dipendenti, collaboratori e volontari restano a casa fino a nuovo ordine.
Le normative anti-covid, che si sono via via succedute, hanno regolarmente “dimenticato” il mondo delle strutture ricettive religiose, facendo poi ogni volta retromarcia per allargare anche a questo settore i benefici fiscali, economici e finanziari messi in piedi per far fronte alla crisi generalizzata.
Ma ormai siamo in estate e i gestori si sono rimboccati le maniche per salvare il salvabile in una stagione che rappresenta gran parte delle presenze annue. Locali da modulare, distanziamento da garantire, servizi da ripensare, sanificazioni da intraprendere: le normative stringenti sull’emergenza sanitaria hanno costretto tutti a rivedere la propria organizzazione, spesso legata a tradizioni centenarie e difficili da scalzare. Ma è diventata una priorità imprescindibile, nonostante un aggravio di costi (da un lato) e l’evidente minor disponibilità di posti-letto (dall’altro).
Non ultimo arriva il Bonus Vacanze, che pur poteva rappresentare una boccata d’ossigeno. Ma la serie di burocratiche e sconfortanti complicazioni che implica, ha convinto solo il 3,5% delle strutture religiose di ospitalità ad accettarlo.
Eppure i viaggiatori cominciano ugualmente a muoversi. Le famiglie cercano luoghi ameni e isolati, rifuggendo le folle. I gruppi oratoriani e religiosi, pur in ritardo, tentano di rimettere in piedi un’organizzazione per nulla semplice, senza ben sapere se contare o meno su partecipazioni certe.
Si naviga, quindi, un po’ a vista. E come chiunque navighi a vista, anche nel mondo dell’ospitalità la Speranza resta il faro che guida illuminati gestori a tentare una difficile risalita, nella consapevolezza che la loro missione è aprire le porte al prossimo, al di là di quando potrà venire e come lo si potrà accogliere.
Ne è la controprova l’iniziativa Ospitalità Misericordiosa con la quale, nonostante la crisi e le difficoltà economiche in cui versano tante strutture, i gestori mettono a disposizione 2700 notti di vacanza gratuite per chi non può permettersi qualche giorno di serenità. E quest’estate saranno in tanti.
Fabio Rocchi, Presidente dell'Associazione Ospitalità religiosa
In allegato il comunicato stampa