UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DEL TEMPO LIBERO, TURISMO E SPORT
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

PCE di Piacenza: la Via dei Monasteri Regi

Quando al fascino del cammino si aggiunge la bellezza artistica e la spiritualità
25 Marzo 2025

Nel Medioevo le strade che portavano a Roma (le vie Romee) erano fondamentali vie di comunicazione e di passaggio di pellegrini, prelati, mercanti e viaggiatori, ma costituivano altresì un mezzo di diffusione delle lingue, delle culture e delle tradizioni in Europa.

Durante le epoche Longobarda e Carolingia, l’Italia fu protagonista nello sviluppo di questi itinerari che in alcuni periodi storici furono considerati veri e propri percorsi di fede, utilissimi per l’evangelizzazione dei popoli. Tra questi spiccavano la Via Francigena e la meno conosciuta Via degli Abati. Un altro percorso da ricordare era la Via dei Monasteri Regi che percorreva le terre di Piacenza e Parma incrociando altre vie che collegavano Genova a Venezia, Ravenna a Milano e proseguivano verso la Francia e la Germania.

All’interno del Parco Culturale Ecclesiale “Piacenza Pace”, la Via dei Monasteri Regi, denominata così poiché univa pievi e monasteri beneficiari di privilegi reali, corrisponde a un’antica strada che staccandosi dalla Via del Monte Bardone (Via Francigena) a Fiorenzuola d’Arda (PC) si dirigeva verso Pontremoli passando per la Val d’Arda, per poi ricongiungersi con il percorso descritto da Sinergico nel 990.

La sua storia ha inizio tra l’XI e il XII secolo nelle terre di Fiorenzuola e Castell’Arquato (PC), quando l’alternarsi delle vicende belliche tra Longobardi e Bizantini per la conquista di nuove aree spostavano continuamente i confini territoriali. Le guerre avviate a più rispese, le carestie, le malattie, spinsero i Longobardi a cercare vie sicure tra gli Appennini emiliani che consentissero di arrivare agevolmente il centro-sud. Con il tempo questi percorsi immersi nella Val d’Arda, tracciati lungo i dorsali e zone pedemontane distanti dalla pianura si consolidarono sino a fungere da alternativa alla Via Francigena. Alla crescita del cammino seguì lo sviluppo delle cittadine che lo attraversavano divenendo un punto di riferimento per il ristoro di pellegrini e mercanti.

Recentemente questo cammino è stato recuperato grazie alla collaborazione tra alcuni enti del territorio, i Comuni interessati dal percorso e la Diocesi di Piacenza-Bobbio. È stato proposto un itinerario il più possibile fedele all’originale, pur considerando che molti sentieri sono stati abbandonati e sono ormai inaccessibili.

Il cammino, adattato alle necessità dei pellegrini moderni con alcune varianti, si estende per 66 km tra strade asfaltate, carrarecce e sentieri sterrati. Camminando tra borghi d’arte e villaggi solitari il viaggiatore non potrà non abbandonarsi alle architetture e alla natura lasciandosi coinvolgere dall’intensa spiritualità di alcuni luoghi importanti di culto, da quelli immersi nelle aree urbane come la Collegiata di San Fiorenzo (Fiorenzuola d’Arda) e la Collegiata di Santa Maria Assunta (Castell’Arquato) a quelli che sono circondati da paesaggi naturali come il Monastero di Santa Franca (Morfasso) e la Chiesa di San Michele Arcangelo (Gravago, Bardi) passando attraverso gli scavi archeologici dell’antica Abbazia e Hospitale di Tolla.

Per approfondire:

La via dei Monasteri Regi. Il ramo francigeno della Val d’Arda, tra stria, mito e devozione del contesto delle Vie Romee dei Piacentini, a cura di Fausto Ferrari.

https://www.visitaltavaldarda.it/la-via-dei-monasteri-regi/

https://viamonasteriregi.wordpress.com/la-via-dei-monasteri-il-percorso-le-tappe-le-mappe/

Giulia Mazzoni, Assegnista di ricerca in Diritto e Religione, Facoltà di Economia Giurisprudenza, Università Cattolica del Sacro Cuore.