di Alessandra Valente
Bominaco, unica frazione di Caporciano in provincia de L’Aquila, capoluogo da cui dista una trentina di chilometri, fa da sfondo ad una bellissima chiesa dedicata a Santa Maria Assunta la cui storia ebbe inizio quando, tra il III e IV secolo un missionario laico, da tutti sconosciuto come san Pellegrino, giunse a Bominaco. Gli affreschi presenti all’interno di quello che ora è l’oratorio dedicato a questo martire fanno chiaramente capire che san Pellegrino giunse a Bominaco dalla Siria, probabilmente per professare il cristianesimo, e venne ucciso con delle lance. Gli abitanti del posto seppellirono il Martire nel cimitero situato su una collinetta nei pressi del centro abitato e qualche tempo più tardi edificarono su quella tomba una struttura funzionale all’accoglienza dei fedeli intenti a rendere omaggio a san Pellegrino. All’interno posero un altare, sul cui fianco praticarono un’apertura, capace di contenere una lapide con un foro nel centro. Sulla lapide, a dimostrazione della veridicità degli avvenimenti, è stata incisa la frase: «CREDITE QUOD HIC EST CORPUS BEATI PELLEGRINI» - credeteci: qui c’è il corpo del beato Pellegrino. Secondo una leggenda tramandata fino ai giorni nostri, chiunque sia davvero credente, mettendo l’orecchio nel foro sotto all’altare, riuscirebbe a sentire il battito del cuore di san Pellegrino.
La chiesa è classificata come uno degli esempi più significativi dell’architettura delle chiese basilicali romaniche abruzzesi. Lo spazio interno si divide in tre navate – questo particolare ricalca la struttura dell’abbazia di San Liberatore a Majella – separate da archi che si appoggiano su dodici colonne tutte di forme diverse, alle quali si attribuiscono diverse provenienze: da antichi edifici romani o probabilmente dalla città romana di Peltuinum, poco distante da lì. Le colonne sorreggono degli archi a tutto sesto. Pregiata ed incantevole si presenta la fattura dei capitelli. Certamente degni di nota sono: il ciborio, risalente al 1223 – anno della consacrazione della chiesa, l’ambone al 1180, opera dell’abate Giovanni, la cattedra abbaziale, il candelabro pasquale costituito da una colonna tortile sorretta da un leone stiloforo, su cui poggiano un capitello e una corona che ospita il cero.
Dall’esterno, risalendo la scalinata nel parco del complesso abbaziale, appare per prima la linearità della facciata di questo scrigno di tesori millenari, sulla quale si apre un maestoso portale romanico, sovrastato da una raffinata monofora posta al centro della cuspide ad arco a tutto sesto ed è inquadrata da una cornice a rilievo che ospita quattro leoni a mensola.
Sul retro si ammirano le tre bellissime absidi, ugualmente adornate con monofore, che poggiano su una zoccolatura alta. L’abside centrale, più alta delle due laterali, è divisa da due lesene in tre campate, ciascuna con una feritoia con strombi ed è decorata in alto da nove arcatelle. Simili decorazioni si trovano sulla feritoia di sinistra, mentre quella di destra è completamente spoglia.
L’oratorio di San Pellegrino, rispetto alla maestosa abbazia di S. Maria Assunta, si presenta come una piccola costruzione. Un’iscrizione posta sulla parete di fondo dell’oratorio ne fa risalire al 1263 ad opera dell’abate Teodino. Questa costruzione è composta da un’aula unica, rettangolare e con volta ogivale, che rivela agli occhi del visitatore la storia della salvezza attraverso i numerosi affreschi posti al suo interno. L’affresco degno di particolare nota, anche perché unico nel suo genere, è quello raffigurante il calendario: è dipinto sui due lati opposti dell’oratorio, sei mesi da un lato e sei mesi dall’altro, e la sua particolarità sta nel rappresentare, oltre al susseguirsi dei giorni, le fasi lunari e alcune scene di quotidianità monastica dell’epoca. Del "Calendario Bominacese" si leggono interamente solo i primi 6 mesi, raffigurati simbolicamente attraverso i segni zodiacali, le attività dell'uomo e le festività della diocesi di Valva Corfinio: il mese di Gennaio è rappresentato da un uomo che beve vino, Febbraio da un uomo che pota un albero, Marzo da un uomo dormiente, Aprile da un uomo che tiene due fiori, Maggio da un uomo a cavallo con un fiore, Giugno da un uomo che coglie il frutto. Gli altri affreschi presenti nell’aula dell’oratorio rappresentano il ciclo delle Storie dell'Infanzia di Gesù, le scene del Giudizio Universale, le storie di vita di San Pellegrino e di altri santi.
Le rappresentazioni pittoriche presenti nell’oratorio ci aiutano a ricostruire le tappe storiche della nascita di questo luogo magico. Verso la fine del VIII secolo, Carlo Magno (742-814), giunse a Settefonti in Abruzzo, una località nelle vicinanze della città romana di Peltuinum, tra Prata d’Ansidonia e Castelnuovo, nel circondario di Bominaco. Qui avrebbe ricevuto in sogno san Pellegrino, il quale gli rese noto il luogo del suo Santo Sepolcro. Grazie a quel sogno, Carlo Magno si sarebbe interessato della costruzione dell’oratorio. Una volta costruita la chiesetta, Carlo le avrebbe assegnato 500 moggi di terreno e l’avrebbe donata all’abbazia di Farfa. Più tardi a Bominaco giunsero i monaci Benedettini, i quali costruirono un monastero.
L’abbazia di Santa Maria Assunta e l’oratorio di S. Pellegrino sono due luoghi avvolti da un silenzio e da una pace tali da renderli luoghi magici e al tempo stesso unici, grazie anche alla presenza di inestimabili tesori. Il Monastero è scomparso completamente, probabilmente le rovine sono state completamente riciclate. Sono rimaste solamente la chiesa di Santa Maria Assunta e l'oratorio di San Pellegrino.
ALCUNE INFORMAZIONI UTILI
Nome del Santuario: Parrocchia SANTA MARIA ASSUNTA BOMINACO
Indirizzo: Via Ripe - 67020 Caporciano (AQ)
Contatto telefonico: 3493418877
E-mail: http://www.parrocchiabominacocaporciano.it
Apertura e orari celebrazioni: Santa messa tutti i sabato ore 16.00
Sito internet: orestestincone@gmail.com