di Alessandra Valente
Santa Maria in Valle Porclaneta è il nome di una chiesetta collocata in fondo ad una valle solitaria che si adagia alle pendici del Monte Velino, nella regione Marsicana, in Abruzzo.
Questa piccola chiesa, il cui l'ingresso è preceduto da un pronao che un tempo fungeva d'accesso agli ambienti monastici, è quel che rimane di una badia benedettina costruita circa verso la metà del secolo XI, successivamente abbandonata dai monaci e di cui oggi non rimane traccia.
Il luogo in cui sorge, la Valle Porclaneta, era conosciuto anche con il nome di Valle Merculana.
I riferimenti più antichi risalgono all'anno 1048, quando il conte Berardo dei Marsi istituisce il patrimonio dell'abbazia insieme al castello di Rosciolo (l'antica Rusculum) ed altre proprietà. Nel 1084 lo stesso Conte donò l'abbazia ai Benedettini di Montecassino, che inviarono sul posto delle maestranze per realizzare le decorazioni che ancora oggi rendono celebre questo edificio. La curiosa iscrizione rovesciata che compare su uno dei capitelli, in caratteri che erano in voga nel periodo di dominazione beneventana della Marsica, farebbero risalire la sua fondazione intorno al VII-VIII sec.
La chiesa venne in seguito coinvolta nella faida tra Corradino di Svevia e Carlo d'Angiò, che si risolse nella distruzione della stessa (1268) e nel suo abbandono da parte dei monaci.
L'edificio fu poi oggetto di numerose contese: nel 1484 la chiesa era ancora di regia dipendenza, come risulta da una lettera del Re Ferdinando in cui egli dice che la prepositura della chiesa apparteneva al suo Cappellano e Cantore. Da questo tempo la Chiesa fu in contestazione tra i Vescovi dei Marsi e gli Abati di Farfa prima, come risulta da diverse Bolle conservate nell'Archivio Rotale in Vaticano e nella Cancelleria Vescovile dei Marsi, emesse dall'una e dall'altra parte, tra i prìncipi Orsini e la potente famiglia dei Colonna poi, infine dal Re di Napoli. Nel 1836, papa Gregorio XVI, con decreto papale, assegna la Chiesa alla diocesi dei Marsi e nel 1985 la chiesa viene assegnata in proprietà alla parrocchia di Santa Maria delle Grazie a Rosciolo.
La chiesetta, progettata da un architetto e costruttore di nome Nicolò, ricorda vagamente le linee di una baita e sembra ricalcare il profilo delle montagne che le fanno da cornice, in una posizione, isolata nella natura, particolarmente suggestiva.
La chiesa presenta una pianta di tipo basilicale, suddivisa in tre navate da massicci pilastri quadrati e terminante con un’abside semicircolare; tre scalette immettono nel presbiterio, rialzato per via della cripta rettangolare che si sviluppa nello spazio sottostante.
Prima di varcare l’ingresso si può ammirare, sopra il portale, un bellissimo affresco rinascimentale di autore abruzzese ignoto (si ipotizza si tratti di Andrea De Litio, un importante artista del quattrocento italiano, originario del luogo) e di scuola umbra e fiorentina. Appena varcata la soglia d’ingresso, ci si rende conto del notevole livello artistico delle opere presenti in questa chiesa-monumento.
Una rarissima iconostasi domina la parte centrale; la funzione era quella di separare la parte della chiesa riservata al clero da quella occupata dal popolo. L’ iconostasi della chiesa di Santa Maria in Valle, considerata dagli esperti d’arte unica nel suo genere, presenta influssi bizantini e arabi e, nell’insieme, raffigura un immaginario quasi fiabesco: un drago, un leone, un grifo, un’aquila, due cigni, rosoni circolari con petali a stella e ornamenti floreali; e ancora: serafini, putti, figure di monaci e piccoli mostri. Fino a tempi recenti l’opera era interamente rivestita con una lamina d’oro.
Altro soggetto raffigurato sull'iconostasi è la città di Gerusalemme, con il Tempio di Salomone e le sue due colonne portanti, Jachin e Boaz, in bella vista. Si tratta dell'elemento più antico della chiesa, antecedente anche al pulpito. Il legno di quercia, con cui è stata costruita la trabeazione della iconostasi, è lo stesso utilizzato per le travi e le tavole del tetto della chiesa. Oltre al rivestimento in lamina d’oro, la iconostasi presentava immagini dipinte, oggi purtroppo scomparse.
Adiacente all’iconostasi vi è un preziosissimo ambone, opera, insieme al ciborio, di due artisti del luogo, Roberto e Nicodemo, nell'anno 1150. I due seppero fondare in Abruzzo un loro originale stile, che nella Chiesa di Santa Maria in Valle raggiunge il suo apice di bellezza. L’ambone è scolpito in pietra rivestita di stucco, con cassa quadrata che poggia su piedritti ottagonali. La decorazione presenta dei bassorilievi che ritraggono scene del vecchio testamento tra cui spiccano alcune rappresentazioni caratteristiche: il profeta Giona inghiottito dalla balena, Davide che lotta con un orso e la danza dei sette veli di Salomè.
Molti dei motivi decorativi presenti nell’ambone sono riproposti nel ciborio che troneggia fondo alla chiesa, la cui forma richiama influssi bizantini, romanici e moreschi. Roberto e Nicodemo crearono questa magnifica opera da un unico blocco di pietra locale e, per la prima volta in Abruzzo, si ispirarono allo stile moresco già presente in Spagna e in Francia, ma lo interpretarono in un nuovo e originale linguaggio artistico, che ancora oggi incanta il visitatore. Sul ciborio, possiamo ammirare degli omini che si reggono la barba, alcuni arcieri, un cacciatore che affronta un basilisco ed un omino morso da un cane.
Percorrendo l’antico viottolo che porta alla Chiesa, un tempo abbazia e convento benedettino, troviamo una grande quercia secolare piantata dai monaci attorno all’anno mille, un albero maestoso che sprofondò alcuni metri nel terreno a causa di una alluvione che nel 1928 inondò tutta la valle. La secolare quercia sembra vivere in simbiosi con l’antica chiesa: entrambi sorti attorno all’anno mille, sono oggi due monumenti che da secoli convivono, tra guerre e terremoti, resistendo al tempo e all’uomo.
La chiesa-abbazia di Santa Maria in Valle Porclaneta, è stata definita da Vittorio Sgarbi “Il più grande capolavoro del Medioevo, l’unica iconostasi in legno perfettamente conservata” ed è stata visitata in segreto da Papa Benedetto XVI nell’agosto 2011.
ALCUNE NOTIZIE UTILI:
Nome del Santuario: Santa Maria in Valle Porclaneta
Indirizzo (Via/Piazza, Città, CAP): 67062 - Rosciolo di Magliano dei Marsi ( AQ.)
Contatto telefonico: 366/5902125 custode – 348/3416936 Cons. Parr. - 339/2480136 Parr.
E-mail: vin.angeloni23@gmail.com
Apertura: per appuntamento telefonico.
Orari: Celebrazioni occasionali per Matrimoni, Battesimi, concerti, ritiri spirituali ecc..
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