UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DEL TEMPO LIBERO, TURISMO E SPORT
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Special Olympics Italia compie 40 anni

Moratti: “I nostri Atleti sono un esempio di speranza, resilienza, coraggio e determinazione”
26 Maggio 2023

“Si pensava che le persone con disabilità intellettive non potessero seguire le regole, che non potessero comprendere il significato di una gara e che fossero troppo scoordinati per poter gareggiare con successo; ma oggi sappiamo che non è così”. Lo disse Eunice Kennedy Shriver, sorella di John Fitzgeral Kennedy e Bob Kennedy, che nel 1968 diede vita, negli Stati Uniti, a Special Olympics e, attraverso di esso, ad opportunità per milioni di persone con disabilità intellettive.

Un impegno, il suo, diventato una ragione di vita. Rosemary, la sorella più piccola che aveva una disabilità intellettiva, è stata per lei una vera fonte di ispirazione; una disabilità, quella della sorella, tenuta segreta, fino a quando la stessa Eunice decise di renderla pubblica.

La rabbia e la grande preoccupazione che nutriva nei confronti dei pregiudizi culturali di cui Rosemary era vittima fecero nascere in lei una passione rivoluzionaria che si trasformò in un appello alla mobilitazione. Contattò tutti gli esperti nel campo delle disabilità intellettive, visitò gli istituti dove le persone vivevano, come prigionieri, in condizioni igienico sanitarie precarie; bambini che non interessavano a nessuno, fonte di imbarazzo, dimenticati e tenuti a distanza. Una vergogna talmente forte e diffusa che le famiglie non potevano fare altro che nascondere questi bambini.

Così nel 1962 Eunice Kennedy Shriver cominciò con l'organizzare attività sportive per persone con disabilità intellettiva nel giardino di casa sua e i partecipanti provenivano proprio da questi istituti e prima d'allora non erano mai stati in una piscina o visto l'erba. Quel benvenuto a casa Shriver era un invito ad unirsi al resto del mondo; il modo per farlo sarebbe stato il gioco dove possibile apprendere, attraverso di esso, le regole della vita. Il figlio di Eunice, Tim Shriver, oggi Presidente di Special Olympics, ha raccolto la grandissima eredità della madre: “La lezione fondamentale: è che lo spirito umano non ha confini. Penso che mia madre si fosse guardata intorno cercando medici, politici ed esperti e capì che nessuno di questi avrebbe potuto insegnare loro quella lezione, un pallone invece si”.

Eredità che continua a vivere in tutto il Movimento Special Olympics presente in circa 200 paesi nel mondo, Italia compresa. Infatti, Special Olympics Italia, riconosciuta quale Associazione Benemerita dal CONI e dal CIP, è presente dal 1983 e opera in tutte le regioni attraverso Team Special Olympics che preparano gli atleti a gareggiare in numerose discipline sportive.

Il 27 aprile scorso ha celebrato i suoi 40 anni nel corso di una festa unificata a Roma, negli spazi della Sala Autorità della Tribuna Monte Mario dello Stadio Olimpico, insieme agli atleti, alle loro famiglie ed ai tanti volontari che animano il Movimento. Al fianco di Special Olympics c’erano numerosi amici, personalità dello sport, spettacolo, cultura e delle Istituzioni che hanno contribuito, negli anni, all’ottenimento dei risultati raggiunti.

Queste le dichiarazioni del Presidente di Special Olympics Italia Angelo Moratti: “Sono estremamente orgoglioso di rappresentare Special Olympics in Italia: un Movimento che da 40 anni rappresenta la voce di migliaia di Atleti che attraverso l'opportunità della pratica sportiva hanno migliorato non solo la qualità della loro vita e dei loro familiari, ma anche di tutte quelle persone che, a vario titolo, nel corso di questi anni hanno avuto il privilegio di entrare a far parte di questa famiglia, oggi numerosissima.

Lo sport è in grado di attivare una vera e propria rivoluzione culturale, inimmaginabile solo 40 anni fa, quando le persone con disabilità intellettive venivano nascoste ed esonerate dalla pratica sportiva; oggi invece queste stesse persone possono allenarsi con costanza in ogni disciplina sportiva, hanno piena padronanza dei propri talenti e potenzialità e possono farsi portavoce di un cambiamento anche di fronte ad una platea importante. 

I nostri Atleti sono un esempio di speranza, resilienza, coraggio e determinazione per chiunque. Grazie a loro riusciamo a scorgere un futuro dove la diversità non sarà più un limite ma anzi un arricchimento per tutte le comunità. Un futuro che sappia come valorizzare ognuno e che non parli esclusivamente di integrazione e di inclusione”.

Sono circa nove mila gli Atleti e migliaia i volontari che ogni anno contribuiscono all’organizzazione di numerosi eventi. Lo sport, offrendo continue opportunità di dimostrare coraggio e capacità, diventa un efficace strumento di riconoscimento sociale e di gratificazione. L’impegno sportivo apre alle relazioni sociali ed all’acquisizione di una maggiore consapevolezza di sé che determina la conquista di una sempre crescente autonomia, nello sport così come, parallelamente, nella vita. Le persone con disabilità intellettive restano, ancora oggi, emarginate e discriminate: il programma di Sport Unificato (Unified Sports) proposto da Special Olympics – attraverso il quale atleti con e senza disabilità intellettiva hanno l’opportunità di giocare insieme nella stessa squadra – pone le basi per il superamento di queste barriere.

Lo sport unisce, aiuta la comprensione e la conoscenza, favorendo una cultura del rispetto alla quale educare i giovani. Ed è proprio in questa direzione che Special Olympics Italia opera, collaborando con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, attraverso il “Progetto Scuola”, per un futuro che non guardi alle differenze ma alle persone, che non parli esclusivamente di integrazione ma di inclusione.

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