di Mauro Berruto
In questi giorni duri e di riflessione sul presente e sul futuro, sta circolando un Manifesto sottoscritto da oltre cento straordinari campioni. Non è un appello, non è un una tirata di giacca a qualche decisore, non è una rivendicazione corporativistica. È la proposta di costruzione di un nuovo modello, per il futuro dello sport di base. Tredici azioni che riassumo qui, di cui si possono fare interpreti tutti: politici, ministeri, Coni, Sport e Salute, Federazioni, Enti di promozioni, singole società sportive e singoli sportivi. Riassumo le tredici proposte di intervento che ho avuto l'onore di redigere, insieme a Fabio Pagliara, segretario generale Fidal, e tanti amici dell'associazione Cultura Italiae:
- Un intervento di sostegno economico alle famiglie, un assegno da spendere per l'attività sportiva dei propri figli in modo da immettere immediata liquidità nel ciclo economico delle società sportive.
- Un intervento a fondo perduto per le associazioni sportive, per superare questo momento e per riprogrammare il loro futuro.
- Un intervento a supporto degli operatori dello sport dilettantistico per riconoscere tanto il loro diritto di lavoratori quanto la fondamentale centralità del loro ruolo di educatori e, insieme, un intervento di rafforzamento della dimensione del volontariato sportivo per contrastare la frustrazione di chi sta combattendo dal basso per la sopravvivenza delle proprie associazioni.
- Un intervento per favorire l'uso delle palestre scolastiche e la frequentazione dei corsi pomeridiani, liberando i dirigenti scolastici dalla responsabilità diretta di assegnazione delle palestre delle loro scuole, riaffidandola agli enti locali.
- Un intervento di ristoro per i gestori di quei 100mila luoghi dello sport del nostro Paese, che sono gli impianti sportivi pubblici in gestione o privati.
- Un intervento di mappatura di aree dismesse, sotto–utilizzate o potenzialmente utilizzabili, con una possibile destinazione d'uso, anche temporanea, per effettuare attività fisica. Progettare una rigenerazione urbana attraverso lo sport, nel rispetto delle norme, di luoghi ampi, riscaldabili, areati e luminosi.
- Un intervento sul territorio per coinvolgere la capillare rete di associazioni, attraverso bandi di concessione temporanea a titolo gratuito di aree (per esempio parchi cittadini) all'interno dei quali poter proporre attività sportiva e creare presidi di salute.
- Un intervento a protezione delle persone anziane e più fragili per supportare iniziative di riconversione delle società sportive rispetto ad attività legate al prendersi cura di sé. I luoghi dello sport sono spesso sotto utilizzati al mattino, proprio quando queste persone avrebbero più disponibilità.
- Un intervento di creazione di un ecosistema che permetta ai privati di tornare a investire sul mondo dello sport di base (credito d'imposta e defiscalizzazione), in modo da poter offrire un servizio senza limiti di età, genere, etnia e a costi ragionevoli, considerandolo un diritto dei cittadini.
- Un intervento a sostegno della prescrizione medica dell'attività fisica, sviluppando la pratica sportiva in aree di disagio, anche socio–economico. Lotta all'obesità, alle patologie cardiovascolari e respiratorie, ma anche comportamentali e nutrizionali, attraverso riabilitazione motoria, psicosociale e alimentare per ritrovare dignità e migliorare il rapporto con il proprio corpo.
- Un intervento a favore della natura e dei temi legati alla sostenibilità ambientale in relazione alla pratica sportiva e al potenziamento degli investimenti sulle strutture per lo sport di base. La pratica sportiva può modificare il paesaggio cittadino.
- Un intervento a favore dell'educazione fisica nelle scuole, attraverso l'impiego del patrimonio culturale e umano proveniente anche dalle scienze motorie.
- Un intervento di sostegno di nuove condizioni per rimettere al centro l'insegnamento della storia, della cultura e dei grandi protagonisti dello sport. Nella scuola, come nelle società sportive, oggi i corpi devono restare fermi e distanti, ma le menti possono nutrirsi della possibilità che lo sport regala di ispirare.
Dalla A di Allegri alla Z di Zorzi tanti hanno firmato questo Manifesto, che si trova facilmente in Rete. Si intitola: “Sportivi. L'Italia che si muove”. La sfida è quella di rendere virale un documento di programmazione e non solo una manifestazione di dissenso. Per una volta sarebbe bello che facesse più rumore la foresta che cresce che non il singolo albero caduto. In virtù di una premessa: lo sport e la cultura del movimento sono beni essenziali.