"Il nostro mare non è un confine, ma è prospettiva, orizzonte. Più che come limes, il nostro mare dovrebbe essere pensato come limen1. E questo limen costituisce la nostra identità. Io e la mia gente, cari amici, siamo Europei del Mediterraneo, mentre voi che ci guardate dall’altra parte del mare siete i Mediorientali del Mediterraneo e gli Africani del Mediterraneo. Ed è per questo che chiamiamo il Mediterraneo mare nostrum. Appartiene a tutti, e tutti ne facciamo parte. Perché nel corso del tempo è stato proprio il mare nostrum ad insegnarci la cultura del noi e non quella dell’io. Ha educato a guardare con i propri occhi e con quelli dell’altro: occhi plurali per scorgere differenti prospettive, considerandole tutte possibili e tutte utili, pur rimanendo sempre in stretta sintonia con l’unico luogo che tutti accomuna: il mare. In quanto limen, il Mediterraneo è finestra che ci consente di guardare oltre il limite e di conoscere ciò che è dall’altra parte. Questo mare, nel corso dei secoli, ci ha insegnato ad affacciarci alla finestra per vedere e ammirare ciò che è oltre la nostra casa. Ha sempre evitato di considerarsi fortezza invalicabile, muro che divide, cimitero che semina morte, tomba che tutto nasconde nella sua tenebrosa oscurità. Ha invitato a spingerci oltre, piuttosto che rintanarci nel nostro spazio vitale, a immaginare mondi più in là dei nostri limiti, a intraprendere viaggi, a compiere traversate senza dimenticare il punto di partenza"
In allegato il testo