UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DEL TEMPO LIBERO, TURISMO E SPORT
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Uguaglianza e sport

“Tutte le persone sono uguali in dignità, in quanto create a immagine e somiglianza… dello stesso Creatore”
28 Novembre 2019

Ci sono due cose nello sport che nessuno si permette di mettere in discussione, entrambe paiono scontate perchè ontologicamente legate al concetto di gioco e di competizione sportiva: le uguali condizioni di partenza e la pari condizione di fronte alle regole: una gara prevede una medesima distanza da percorrere in bici,  di corsa o a nuoto, si parte dallo 0 a 0 nelle gare a squadre, si gioca sei contro sei a pallavolo; al tempo stesso  le regole sono condivise e costituiscono l’essenza del gioco, chi si metterebbe a discutere l’esistenza della regola per cui nel calcio non si può giocare con le mani?

Eppure non è così in molti ambiti della vita sociale.

Prendiamo la politica dove le regole, per esempio una legge elettorale, si curvano di volta in volta alla convenienza di una parte, mentre dovrebbero essere il più possibile stabili e condivise.

Lo sport potrebbe aspirare e forse sarebbe un suo dovere uscire da un ambito troppo spesso autoreferenziale e dare un suo specifico contributo alla crescita culturale di una comunità, di un popolo. Se ci pensiamo bene non mancano dei positivi esempi nella storia.

Eppure lo sport è anche il terreno dove non possiamo fare a meno di misurare le differenze.

Ci sono classifiche, punteggi, vincitori e vinti. Come possiamo ancora parlare di uguaglianza? La diversità e le differenze costituiscono l’essenza dello sport ed in tale contesto possono essere addirittura sublimate. La sfida è non mettere mai in discussione la pari dignità ed è forse in questo che si realizza l’uguaglianza. Vedersi, al di là di tutto, come figli di uno stesso padre o appartenenti ad un comune destino.

Così recita uno degli aforismi di Serafino Rossini, pedagogista e, per molti, maestro di vita:

“Il bianco, è tale, in rapporto al nero.

Il lungo, è tale, in rapporto al corto….

Una parte è preziosa per l’esistenza dell’altra parte.

L’altro è la condizione che mi permette di essere io.

Nella competizione, l’altro è la componente che mi permette di valere, se tolgo valore a quella componente lo tolgo anche a me

Il rispetto dell’altro, che si oppone a me, è come… rispettare… il nutrimento della mia identità.”

 

Paolo Cipolli, Presidente di “Sportmeet for a United World”