“In vista del Congresso Nazionale previsto a marzo 2021, abbiamo pensato a un percorso che potesse alimentare il dibattito e riempire di contenuti la nostra assise, che rappresenta il momento più importante del percorso democratico dell’US Acli. Damiano Lembo Presidente Nazionale US Acli.”
Con questa dichiarazione del massimo esponente dell’Ente di promozione sportiva delle Acli, gli organi nazionali si sono mobilitati per organizzare un percorso a tappe con diversi temi da sviscerare e portare al dibattito congressuale.
La crisi sanitaria Covid-19 ha imposto ferree restrizioni, ma grazie all’ausilio della tecnologia si è cercato di colmare la distanza senza ridurre la partecipazione. “Lo abbiamo dimostrato facendo sport durante il lockdown, ha affermato Damiano Lembo, lo stiamo dimostrando ancora oggi e lo dimostreremo anche nei prossimi mesi allenando le nostre idee. Per questo il nostro claim quest’anno, e in vista del prossimo quadriennio olimpico, sarà quello di Fare Rete”. Dallo sport praticato sul campo ai ruoli dirigenziali.
Nella Riforma temi come il professionismo femminile e le quote rosa nei ruoli apicali degli organismi sportivi sono stati tra quelli più sponsorizzati e caldeggiati dal Ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora. “Le donne nello sport sono un valore aggiunto e meritano “pari dignità”.
Se ne è parlato con lo stesso Ministro Spadafora assieme alla ct della Nazionale di calcio femminile Milena Bertolini, al dibattito online ‘La rete delle donne’ organizzato online dall’US Acli e moderato dal Capo Redattore dell’Ansa Sport Piercarlo Presutti, hanno preso parte il Vice Direttore di Rai Sport Enrico Varriale e Damiano Lembo. “Questo è il secondo appuntamento - ha spiegato Lembo - di un percorso che ha lo scopo di toccare temi caldi da sviscerare e portare ai nostri dibattiti provinciali e regionali fino al Congresso, riflessioni che ci aiuteranno a darci un’idea per le nostre linee programmatiche".
La parola è poi passata al Ministro Vincenzo Spadafora, che ringraziando l’Us Acli per l’invito e per l’impegno di promozione sportiva profuso sul territorio, è entrato a gamba tesa sugli argomenti più caldi della riforma. Attraverso la riforma dello sport “una questione l’abbiamo affrontata e risolta in modo positivo - spiega il ministro - quella sul professionismo femminile. Oggi con questa riforma dal punto di vista del lavoro, quindi tutele, garanzie, maternità, fiscalità, equipariamo tutti, uomini e donne. Questo ci consente di aver raggiunto la parità di genere”. Per quanto riguarda invece l’ascesa di donne dirigenti nello sport, “credo che questo cambiamento potrà avvenire solo se ci sarà un cambiamento culturale”.
D’accordo la ct dell’Italdonne di calcio Milena Bertolini, secondo la quale “è la meritocrazia che deve andare avanti ma in una società come la nostra non ancora pronta, imporre le quote rosa credo sia importante. Più donne hai, più massa critica fai e più è probabile che puoi arrivare a un cambiamento culturale. In questo il professionismo femminile può aiutare. Quanto fatto dal ministro è importante - ha spiegato Bertolini - sappiamo che i cambiamenti culturali sono lenti. Il professionismo femminile nello sport è un percorso giusto. Siamo una società democratica e non possiamo pensare di esserlo se per le donne non c’è la stessa possibilità. I passaggi sono graduali, sono felice che dal 2023 la Figc preveda il passaggio al professionismo anche per le donne, mi auguro che anche altre federazioni vadano in questa direzione”.
La Nazionale delle Azzurre è salita agli onori delle cronache dal Mondiale del 2019 che vide le ragazze di Milena Bertolini arrivare fino ai quarti di finale dopo aver passato da prime il girone in cui c’erano anche le campionesse del Brasile: “In quell’estate del 2019 - ha ricordato il Vice Direttore di Rai Sport Enrico Varriale - la Rai ha raccontato storie di grande impegno di queste donne al Mondiale. Fu una scelta lungimirante da parte della Rai, siamo stati ripagati, Italia-Brasile è stato un evento televisivo straordinario. Bertolini è persona di grande valore che può parlare di tutto. Siamo uno strano Paese, quando si parla di provvedimenti importanti dal punto di vista storico - ha annuito parlando della riforma in tema di donne - cose ovvie che però negli anni non si sono fatte, quando si fanno invece di dare corso, fioccano le polemiche”.
Al Ministro si è rivolto quindi il Presidente dell’US Acli Damiano Lembo, chiedendo chiarimenti su quelli che dovranno essere competenze e ambiti di intervento degli Enti di Promozione sportiva alla luce della mancata approvazione della parte di Riforma riguardante la Governance e l’assetto del sistema sportivo italiano sul territorio, con l’auspicio e la speranza “di poter rivedere in qualche provvedimento un’armonizzazione di queste esigenze”: “In questi mesi - ha sottolineato il Ministro Spadafora - nonostante il momento critico che stiamo vivendo, ho avuto con gli Enti e con l’US Acli in particolare, un rapporto importante che ci ha consentito di avere un monitoraggio sui territori. La dimensione sociale mi è cara per sensibilità e interesse che ho da decenni, ma è anche doveroso come Ministro dello Sport: il modello che gli Enti rappresentano sui territori, di partecipazione e condivisione di migliaia di ragazze e ragazzi, in termini di giustizia sociale, ho visto il valore del vostro impegno. Questa dovrebbe essere la linea di una Governance perfetta che assegna agli Enti questa predisposizione. Gli Enti di Promozione li terremo in considerazione quando firmeremo altri provvedimenti, come i 10 milioni di euro riconosciuti per valorizzare i territori”.
Il Ministro ha anche rassicurato le migliaia di lavoratrici e lavoratori, oltre che le stesse ASD e SSD al momento ferme, su una possibile riapertura delle attività già dai primi di gennaio: “Non vogliamo dare illusioni - ha ammesso - lavoriamo per provare a pensare a una riapertura di palestre e centri sportivi. Ma questo non significa che riapriranno sicuramente, dipenderà come sempre dai dati”.
Nino Scimone, Responsabile Nazionale della comunicazione - US ACLI