UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DEL TEMPO LIBERO, TURISMO E SPORT
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Il Sacro Monte della Beata Vergine del Soccorso di Ossuccio

Dedicato ai misteri del Rosario, si caratterizza soprattutto per l'equilibrata armonia fra architettura e paesaggio
14 Luglio 2022

La guarigione di una fanciulla sordomuta è stata all’origine dell’edificazione del Santuario della Beata Vergine del Soccorso che sorge allo sbocco della Val Perlana sulle falde del monte di Ossuccio a m. 420 s.l.m. nel comune di Tremezzina sulla sponda occidentale del lago di Como.

L’episodio risale agli inizi del XVI secolo, quando appunto una ragazza sordomuta del luogo, salendo sulle pendici del monte, ritrova, abbandonata tra le sterpaglie, una statua in marmo della Madonna. Il ritrovamento genera la guarigione: gli si aprirono la bocca e le orecchie e fu guarita. Il fatto fece così scalpore che gli abitanti del luogo vollero edificare una cappella dove conservare la statua e venire a invocare la Madonna del Soccorso. L’afflusso crescente di pellegrini portò ad ampliare questa struttura originaria a partire dal 1537, data indicata come anno di avvio della costruzione della chiesa. Nel 1590 l’edificio possedeva una struttura ben definita e nel corso del Seicento fu decorato con stucchi e affreschi sulla volta e su alcune pareti. Nella prima metà del Settecento infine furono aggiunti il campanile e il nuovo coro.

Tra il 1635 e il 1690, grazie alla iniziativa dei frati francescani e delle famiglie locali, vennero realizzate 14 cappelle, disposte secondo un percorso ascensionale, che formano tutt’ora un viale sacro per accedere al Santuario. In esse, attraverso dipinti e statue in terracotta a grandezza naturale, vengono raffigurati i 14 Misteri del Rosario, mentre il Santuario stesso rappresenta il quindicesimo: l’incoronazione di Maria regina. Luogo di devozione ha visto passare uomini e donne a invocare soccorso e a ringraziare Maria per le grazie ricevute; i numerosi ex voto, raccolti in parte nella cappella laterale, dove oggi è conservata la statua marmorea della Vergine, che si presume risalire al Trecento, e in altri locali posti sopra la chiesa, attestano un ininterrotto flusso di pellegrini.

Questo Sacro Monte nel 2003 è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità, insieme ad altri otto Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, e si caratterizza soprattutto per l'equilibrata armonia fra architettura e paesaggio. Le cappelle infatti sono inserite fra terrazzamenti coltivati con piante di ulivo e lungo il viale delle cappelle e dal santuario si possono ammirare splendidi scorci panoramici sul lago, l’Isola Comacina e le montagne circostanti. Dal punto di vista artistico il Sacro Monte di Ossuccio si distingue per la presenza di artisti di area comasca e del vicino Canton Ticino come Agostino Silva, Salvatore Pozzi, Giovan Paolo Recchi, Carlo Gaffuri e Francesco Innocenzo Torriani.

Il Santuario ha accresciuto via via il proprio legame anche con le parrocchie circostanti e con l’intera Diocesi, diventando Santuario diocesano dedicato alla preghiera per le Vocazioni. Oggi si propone per tutti quale luogo dove poter vivere un’esperienza spirituale attraverso un ritmo quotidiano di preghiera (liturgia delle Ore e Eucaristia: ore 10.30 nei giorni festivi) e di ascolto della Parola di Dio; un luogo di silenzio, di ricerca e di discernimento vocazionale per i giovani; un ambiente ricco di potenzialità artistiche e storiche e di bellezza naturali per una catechesi aperta a tutti: pellegrini e turisti.

Rimane tuttora un forte legame con la gente del luogo che riconosce la Madonna del Soccorso come patrona della Tremezzina e ne celebra la festa ogni anno il giorno 8 di settembre.

Per ulteriori notizie vedi il sito: http://santuariosoccorso.blogspot.com/

 

Contatti:

Santuario Madonna del Soccorso ,
Via Santuario, 22010 Ossuccio CO

Recapiti telefonici: 0344 55211 - 345 4403829;
Email: sergmanti@gmail.comsantuariobvsoccorso@libero.it

 

La foto in evidenza è  una veduta panoramica del Sacro Monte di Ossuccio, ph. Marco Leoni.