UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DEL TEMPO LIBERO, TURISMO E SPORT
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Un riconoscimento per l’Ufficio Nazionale

Assegnati a Mazza, Lusek e De Marco le Stelle al Merito Sportivo
20 Dicembre 2022

La Giunta Nazionale del CONI, in data 25 ottobre 2022, in riconoscimento della preziosa attività svolta al servizio degli altri e in favore dello sport, ha provveduto a conferire:

  • la Stella d’Oro al Merito Sportivo a S.E. Mons. Carlo Mazza, vescovo emerito di Fidenza, già direttore di questo Ufficio nazionale e Cappellano della Squadra Olimpica Italiana dalle Olimpiadi di Seul del 1988 alle Olimpiadi invernali di Torino del 2006.
  • Stella d’Argento al Merito Sportivo a Mons. Mario Lusek, già direttore di questo Ufficio nazionale e Cappellano della Squadra Olimpica Italiana dalle Olimpiadi di Pechino del 2008 alle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016 e a don Gionatan De Marco, attuale direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport e Cappellano della Squadra Olimpica Italiana dalle Olimpiadi invernali di Pyeongchang del 2017.

Con questa onorificenza il CONI ha espresso profonda riconoscenza per la generosità, la gratuità, la professionalità, la discrezione e l’impegno dedicati in tanti anni dedicati allo Sport.

"Se un dono giunge inaspettato provoca un riflesso di autocoscienza che d’un tratto squaderna le pagine della vita per vedere cosa è successo di così evidente da essere riconosciuto come valore di rilevanza pubblica - dichiara Mons. Carlo Mazza, primo storico Direttore dell'Ufficio e Vescovo Emerito di Fidenza -. Così mi è accaduto alla notizia dell’assegnazione della “Stella d’0ro al merito sportivo” in ordine alla mia attività “pastorale”, per un venticinquennio e a titolo gratuito, e di accompagnamento discrezionale del mondo dello Sport italiano in ambito del CONI. Che sia stata conferita ad un prete da un Organismo di alto prestigio civile assume un significato emblematico. Che dire? Anzitutto un sincero “grazie” al Presidente Giovanni Malagò, ai Membri della Giunta e a tutti coloro che hanno promosso questo gesto di gran pregio.

A distanza di anni della mia uscita dal servizio, mi pare rappresenti un “riconoscimento alla carriera”, per esprimermi con un linguaggio laico, non certo per il carico di un glorioso palmares in riferimento al cumulo di medaglie conquistate sul campo. Conseguentemente non appare un gesto dovuto, ma un atto che rivela benevolenza e un tratto di particolare stima e affetto. In secondo luogo il titolo assegnato mira a premiare un percorso di impegno appassionato e discreto teso, attraverso un contributo “competente”, a sviluppare e consolidare i valori dello sport ai fini di incrementare la qualità umanistica, etica e spirituale dei protagonisti delle attività sportive di base e di alto livello in Italia, sia sul versante degli atleti e sia su quello dei Responsabili nei diversi settori e nelle diverse discipline agonistiche a valenza olimpica e non solo. In terzo luogo e in tale prospettiva - conclude Mons. Mazza -, il riconoscimento conferito, che mi onora, manifesta e testimonia un apprezzamento verso il grande impegno svolto dalla Chiesa italiana attraverso un’ingente dedizione rispetto all’elevazione culturale e allo sviluppo educativo dello Sport italiano. Proprio questo Sport custodisce, nonostante tutto, un forte gradiente di sensibilità e di premura in ordine alla “cultura” specifica e oltremodo necessaria afferente lo Sport, perché possa continuare ad essere un motore capace di produrre significati di vita ed energie di senso valoriale oltre che di risultati agonistici di indubbia caratura nazionale e internazionale".

La felice intuizione di Mons. Mazza nell’affermare “lo sport è di casa nella Chiesa” certamente dice il vero sul fatto che anche la Chiesa ormai è di casa nel mondo dello sport: da quello di base attraverso gli oratori, alcuni Enti di promozione sportiva, negli ambiti formativi ed educativi, nei diversi “laboratori di pensiero” con cui da tempo si dialoga a tutto campo, fino allo sport professionistico tanto da arrivare nello spazio olimpico - afferma Mons. Mario Lusek, decennale direttore dell'Ufficio -. Nel corso di questi anni si è sviluppato un crescendo di collaborazione e intese tra gli organismi di servizio ecclesiale e gli organismi sportivi. Questo è accaduto perché sul versante educativo si è riconosciuto che fare sport è sinonimo di sudore, silenzio e disciplina; che a livello competitivo lo sport ha dimostrato di essere anche veicolo di valori, di amicizia, di fraternità; e a livello di vita interiore si è rafforzata la convinzione che dallo sport possono venire indicazioni anche per l’agonismo spirituale. Forse anche per questo che il CONI, che ha sapientemente intuito l’importanza di questa alleanza educativa, ha voluto ora dare un segno al lavoro dell’Ufficio Nazionale della CEI per lo sport e ai coordinatori che si sono succeduti, un riconoscimento che non è solo gratitudine ma un invito a continuare a camminare insieme con stima e lealtà senza invasioni di campo improprie.

Accolgo con profonda gratitudine il gesto della Giunta Nazionale del CONI, presieduta dal Presidente Malagò, di assegnarmi una così pregevole onorificenza - ci racconta don Gionatan De Marco, attuale Direttore dell'UNTS -. Dopo 5 anni di servizio alla Conferenza Episcopale Italiana mi sento di condividerla con tutti coloro che in questi anni hanno condiviso la strada che lo sport italiano, soprattutto quello di base, tra le mille difficoltà quotidiane, ha percorso: Incaricati Diocesani, Associazioni sportive, Enti di promozione, Federazioni, Volontari, singole persone. Abbiamo percorso insieme un di cammino fatto di ascolto e di dialogo, di armonizzazioni di visioni e di negoziazione di significati. Un cammino che ci ha fatto gustare la bellezza del remare insieme sulla barca del mondo dello sport. Perché lo sport è una meravigliosa opportunità!

E qui mi ritornano in mente tanti volti e tanti incontri avuti in questi anni con gli atleti della squadra Olimpica Italiana nelle varie competizioni internazionali, nei cui occhi ho sempre letto la gioia di provarci e il timore nel voler dare il meglio di sé. Anche con loro voglio condividere questo riconoscimento. Continuando insieme ad impegnarci perché attraverso lo sport sempre più persone possono avere la possibilità di scoprire la propria preziosa grandezza, l’opportunità di trovare un luogo dove esprimersi in tutta la propria libertà, la possibilità di scandire un tempo in cui la vita si rende disponibile per essere mostrata in tutta la sua bellezza.

È questo l’humus essenziale e determinante che ci siamo impegnati a costruire e da cui lo sport e gli sportivi possono attingere il nutrimento per un’educazione credente e credibile! Credente perché è colorata di fiducia, credibile perché la trama delle parole si annoda con l’ordito della testimonianza autentica, creativa e gioiosa. Questo riconoscimento è un invito a proseguire per permettere allo sport e a chi lo vive di aprire pagine di un’epica nuova, di una nuova narrazione capace di raccontare un volto nuovo dello sport che si fa coinvolgente perché autentico, affascinante perché possibile.

La consegna dell'onorificenza è prevista per il 20 dicembre, in occasione del Consiglio Nazionale del CONI al Foro Italico