UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DEL TEMPO LIBERO, TURISMO E SPORT
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La chiesa giubilare del Santo Spirito dei Napoletani

In via Giulia, è nota per avere custodito le tombe degli ultimi sovrani del Regno delle due Sicilie
20 Giugno 2024

Troniamo nel rione Regola, verso la cittadella Farnese, partendo da via Arenula, che porta il nome del rione, raggiungiamo via Giulia dove si trova, anche, la chiesa del Santo Spirito dei Napoletani. Non è insolito, a Roma, trovare una concentrazione così massiccia di chiese nella stessa via, dalla chiesa di Santa Caterina da Siena passiamo a visitare la chiesa del Spirito Santo dei Napoletani, anch’essa chiesa giubilare.
Anticamente la chiesa era dedicata a Sant’Aura in strada Iulia, martire di Ostia, con annesso un monastero, nel 1572 fu affidata alla Confraternita dello Spirito Santo dei Napoletani e riedificata.

Domenico Fontana lavorò all’edificazione della chiesa che fu rivista da Carlo Fontana nel Settecento e da Antonio Cipolla nell’Ottocento. Un grande affresco raffigurante lo Spirito Santo in Gloria, opera di Pietro Gagliardi, occupa la facciata, in stile neorinascimentale.

La chiesa è nota soprattutto come “Pantheon” degli ultimi sovrani delle Due Sicilie, morti in esilio, con il miraggio di un’impossibile restaurazione del trono di Napoli. L’interno è legato agli schemi della Controriforma, ma arricchito di elementi barocchi fra il Seicento e il Settecento a opera di Carlo Fontana. La chiesa ha un’unica navata, di grande eleganza, con cappelle laterali.

L’altare custodisce un pregiato dipinto che raffigura la Santissima Trinità tra angeli e santi di Giuseppe Passeri. Nella seconda cappella a destra spicca il Monumento funebre del Cardinal De Luca scolpito da Domenico Guidi; subito dopo troviamo uno stucco, Miracolo di San Francesco di Paola, di scuola del Raggi come il corrispondente a sinistra della navata.

Nella terza cappella, ammiriamo una delle opere più rilevanti, la pala con il Martirio di San Gennaro, patrono di Napoli, opera di Luca Giordano, detto Luca fa presto, per la velocità con cui realizzava i suoi lavori.
Nella seconda cappella a sinistra, posizionato sull’altare è custodito un affresco del Quattrocento, Madonna col Bambino, attribuito alla bottega di Antoniazzo Romano. Infine, sulla catatonia della controfacciata, possiamo notare l’imponente organo a canne, opera di Pietro Pantanella.

San Vincenzo Pallotti e l’Unione dell’Apostolato Cattolico

San Vincenzo fu nominato rettore della chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani nel 1834. La situazione che ereditò era difficile da risollevare, la chiesa era trascurata, in stato di abbandono e con uno scarso numero di fedeli. San Vincenzo fece restaurare la chiesa, acquistò nuovi paramenti liturgici e introdusse diverse celebrazioni liturgiche. Organizzò l’azione pastorale con prediche, il sabato e i giorni festivi, tridui, novene e iniziò ad ascoltare le confessioni. Nell’arco di undici anni Pallotti e i suoi collaboratori riuscirono a risollevare le sorti della chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani. Nel 1846 la comunità lasciò la casa annessa alla chiesa per trasferirsi nella chiesa di San Salvatore in Onda.

CHIESA DELLO SPIRITO SANTO DEI NAPOLETANI
Dove: Via Giulia, 34, 00186 Roma

Sara Alessandrini, Catholic Travel Blogger - Itinerari Religiosi - Per saperne di più: www.saralessandrini.it