di Alessandra Valente
Abbiamo raggiunto in un pellegrinaggio spirituale uno dei Santuari più sentiti dalla gente del nostro Paese: Pompei. Qui, davanti all’immagine della Vergine del Rosario, ogni giorno si eleva un’invocazione perché presto il mondo possa ritrovare serenità e salute. E abbiamo chiesto a Mons. Pasquale Mocerino, Rettore della Basilica, di condividere con noi alcune riflessioni.
1) Mons. Mocerino, la pandemia ha soppiantato la nostra normalità e il distanziamento sociale ha prevalso sulla prossimità. Cosa ha provato nel vedere il popolo impossibilitato a recarsi dalla Vergine Maria? Cosa le hanno scritto i devoti alla Vergine di Pompei in questi giorni?
È stata un’esperienza forte, senza precedenti, inedita. Ho vissuto a Pompei gran parte della mia vita: dal discernimento vocazionale in seminario fino all’attuale impegno di rettore, ma non ricordo di aver mai visto il santuario così vuoto, senza fedeli e senza pellegrini. Non è stato facile adattarsi, accettare e rimodulare il nostro servizio pastorale. Abbiamo dovuto annullare tutte le celebrazioni eucaristiche con il popolo di Dio, i pellegrinaggi, i convegni ecclesiali in programma nelle nostre strutture di accoglienza e tutte le iniziative che accompagnano ordinariamente la vita del santuario. Abbiamo ricevuto migliaia di telefonate e di messaggi di posta elettronica da ogni parte d’Italia e dal mondo intero, che raccontavano il loro grido di sgomento e di dolore per le sofferenze e le vittime della pandemia. Abbiamo dovuto far fronte al dispiacere e alla frustrazione dei pellegrini impossibilitati a raggiungere Pompei per pregare la Vergine del Rosario, rinunciando a malincuore ai tradizionali appuntamenti con la Madre del Signore del mese di maggio. E, tuttavia, anche in questa occasione così complessa e difficile, abbiamo raccolto la fede semplice e fiduciosa di un popolo che non si è mai abbandonato alla disperazione o alla rassegnazione, ma che si è affidato a Dio, sicuro di poter contare sull’aiuto materno della Madonna di Pompei e la Sua potente intercessione, guardando con speranza al futuro e a una nuova rinascita spirituale, sociale ed economica.
2) Il Santuario, in tutto questo periodo in cui non è stato possibile la celebrazione con il popolo, ha continuato ad essere clinica dello Spirito. Come avete fatto a far sentire la vostra vicinanza alla gente? Quali le iniziative che avete messo in campo?
Non ci siamo persi d’animo. Sin dall’inizio della pandemia e delle restrizioni che c’impedivano di esercitare in pienezza il nostro servizio sacerdotale e pastorale, abbiamo alimentato la nostra speranza con la preghiera, sull’esempio del Beato Bartolo Longo, fondatore del Santuario e delle Opere di carità, che, dopo aver percorso un lungo cammino di vita costellato da iniziative ed attività, non privo di sofferenze spirituali e fisiche, affermava che la preghiera fosse l’unica forza per rivolgersi a Dio e affrontare e superare le prove della vita. Paradigma di questa esperienza è stata la “Supplica alla Vergine di Pompei”, alla cui potente intercessione il Longo si affidava, con queste parole: «Dal trono di clemenza, dove siedi Regina, volgi, o Maria, il tuo sguardo pietoso su di noi, sulle nostre famiglie, sull'Italia, sull'Europa, sul mondo. Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita. Vedi, o Madre, quanti pericoli nell'anima e nel corpo, quante calamità ed afflizioni ci costringono…».
Per il Beato la preghiera aveva un ruolo centrale nel cammino di santità di ogni credente ed era uno degli impegni fondamentali della missione del Santuario di Pompei. Per questo motivo, spinti dalle necessità del tempo presente e dalla consapevolezza dell’importanza della preghiera nella vita del cristiano, abbiamo chiesto ai devoti di condividere un quotidiano itinerario orante con diversi appuntamenti giornalieri in diretta streaming sulla pagina Facebook ufficiale “Pontificio Santuario di Pompei”, iniziando il cammino di ogni giorno con l’apertura del Quadro, alle 6.30 del mattino; la Supplica alla Vergine del Rosario, alle 12.00; la recita del Rosario, alle 18.00 e, infine, alle 18.30 la Celebrazione Eucaristica, con la chiusura del Quadro. Abbiamo, peraltro, condiviso tutte le iniziative della Conferenza Episcopale Italiana. Anche noi abbiamo partecipato alla preghiera per l’Italia con la recita serale del Rosario, il 15 aprile scorso, e all’Atto di Affidamento a Maria dell’intero Paese, nel momento di preghiera svolto il 1° maggio, nella Basilica di Santa Maria del Fonte, presso Caravaggio. Il nostro impegno orante continuerà per l’intero mese mariano, scandito dal “Buongiorno a Maria” mattutino, il cui tema mette in luce l’esemplarità del cammino di santità della Vergine Maria per ogni cristiano.
La “Supplica alla Regina del Rosario di Pompei”, l’8 maggio, segnerà un’altra tappa importante del questo cammino spirituale e sarà presieduta dal Card. Crescenzio Sepe, Arcivescovo Metropolita di Napoli e Presidente della Conferenza Episcopale Campana. La celebrazione sarà trasmessa in diretta da Tv2000. L’assenza dei pellegrini c’è e si fa sentire: ci mancano e noi manchiamo a loro! Per questo motivo, soprattutto ai numerosi pellegrinaggi che nel mese di maggio erano soliti raggiungere il santuario a piedi, il nostro Arcivescovo-Prelato, Mons. Tommaso Caputo, ha inviato un messaggio audio di vicinanza, condivisione e speranza, con il gradito stupore da parte degli interessati. Ogni giorno, distanti ma uniti, grazie alle dirette streaming, continueremo ad affidarci a Maria, nostra sorella nella fede e nostro modello di santità, affidandoci alla sua intercessione di Madre di Cristo e di Aiuto dei cristiani.
3) Monsignore, cosa significherà tornare a vivere il Santuario dopo questa pandemia? Guarire non sarà facile! Quale importanza avrà l'esperienza di fede?
La pandemia ha modificato abitudini personali e sociali. Un nuovo stile di vita si sta delineando per un futuro diverso. Un futuro che esige sin d’ora una conversione spirituale, sociale ed economica; un futuro dove a tutti sono chieste corresponsabilità e generosità. Ognuno deve avere la consapevolezza di essere parte di un tutto. Ecco la strada che siamo chiamati a percorrere. Anche la comunità ecclesiale dovrà continuare a fare la sua parte e, soprattutto, in quei luoghi simboli che, grazie al loro carisma, godono di un particolare favore da parte del popolo di Dio. Ecco lo scenario in cui s’inserisce il Santuario di Pompei, che ha nella sua storia e nel suo DNA, le linee-guida di un’azione pastorale ancorata ai capisaldi della fede cristiana.
Nel 1925, quasi al termine della sua vita, con straordinaria consapevolezza, il Beato Bartolo Longo affermava, che «il Cristianesimo è salvezza dei popoli, Thabor di anime… fede che trasporta le montagne,…carità che supera i vulcani... Fede che illumina, Carità che salva, Religione che eleva, Beneficenza che redime».
Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di riscoprire una fede che illumina, capace di determinare con sapienza le priorità della vita, di dilatare i nostri cuori rendendoli generosi nell’operare il bene; una fede che ci aiuti a guardare oltre l’orizzonte della nostra indifferenza e dei miseri egoismi individuali e comunitari, una fede che ci faccia, innanzitutto, incontrare Gesù, facendoci fare esperienza di Lui. E nessuno più di Maria è esperta in questo campo e può guidarci a Lui. Ad Iesum per Mariam! Longo pensava che i santuari mariani fossero come delle grandi metropoli del soprannaturale, per la loro intrinseca capacità di polarizzare la fede delle moltitudini, e avessero una grande missione eucaristica nella società contemporanea.
Fede, carità e preghiera sono stati i pilastri vitali su cui si è sviluppata la storia del nostro santuario e costituiscono, ancora oggi, il cuore di ogni servizio spirituale e pastorale che esso promuove. La carità dà forza e credibilità alla fede. La preghiera dà le ali alla fede e alla carità per volare alto nel cielo di Dio. C’è un testo che attualizza in forma orante il carisma pompeiano. È una bellissima preghiera scritta qualche anno fa dal Servo di Dio Francesco Saverio Toppi OFMcap. (1925-2007), Arcivescovo-Prelato di Pompei dal 1990 al 2001, che sintetizza efficacemente le attese ma anche il cammino che il santuario deve continuare a compiere in un rinnovato impegno di evangelizzazione e di santità. Si tratta di una preghiera accorata alla Madre del Signore, il cui Rosario diventa itinerario di contemplazione dei misteri di Cristo e cammino di spiritualità e di santità. Alla scuola di Maria s’impara a pregare, ad accogliere e meditare la Parola di Dio; si apprende a vivere il Vangelo della carità con gli ultimi e gli emarginati, con i poveri e i sofferenti; si diventa costruttori di pace, di unità e di comunione ecclesiale, adoperandosi con entusiasmo per il Regno di Dio come operai nella sua vigna e missionari del Vangelo, sulle orme del beato Bartolo Longo, affinché tutti gli uomini possono conoscere, seguire, amare Gesù e sperimentare la comunione trinitaria.
È questa la vita che il santuario deve vivere e promuovere!