Lo sport rappresenta un potente veicolo formativo, capace di incidere sugli stili di vita e sui modi di pensare delle persone. Affinché la lezione dello sport sia realmente positiva, è però necessario che tale ruolo educativo sia riconosciuto e incoraggiato. Se ciò non avviene, la pratica sportiva continua a “insegnare qualcosa”, ma corre il serio rischio di favorire il diffondersi di valori negativi. Vincere diventa così l’unica cosa che conta e questo apre la strada a tutta una serie di comportamenti e pratiche palesemente antisportive, doping in primis.
Il ciclo di incontri dedicato a Sport, valori e inclusione sociale vorrebbe contribuire alla promozione di una rinnovata cultura sportiva. A tal fine si propone di mettere a servizio di associazioni, scuole e istituzioni sportive le competenze necessarie a fare della pratica sportiva una reale occasione di crescita umana e civile.
"Dialoghi su sport, valori e inclusione sociale" è una iniziativa che mira a riunire, virtualmente, specialisti di diversi settori disciplinari (pedagogia, filosofia, psicologia, ecc.) e il "popolo" dello sport (atleti, allenatori, genitori, ma anche semplici appassionati).
Il ciclo di dialoghi on line è si è protratto per ben cinque mesi proponendo una serie di incontri tematici legati da un comune filo conduttore: la riflessione sul valore etico e pedagogico della pratica sportiva – vissuta, organizzata e raccontata.
Nel settimo appuntamento, Santo Rullo – medico psichiatra e presidente dell’International Football Committee on Mental Health – ci aiuta a comprendere il valore inclusivo dello sport e la sua capacità di riattivare il dialogo tra mente e corpo.
Nell’ultimo appuntamento del ciclo “Sport, valori e inclusione sociale”, Pierpaolo Triani (pedagogista e direttore del Centro studi per l'educazione alla legalità presso l’Università Cattolica) e Lucilla Andreucci (ex maratoneta, oggi referente di Libera Sport) ci aiutano a comprendere come lo sport possa educare alla legalità.