Il 2021 è un anno speciale per la famiglia domenicana: cade infatti l’800 esimo anniversario della morte di san Domenico, il fondatore di un ordine che, da un piccolo nucleo formatosi nel sud della Francia nei primi anni del ‘200 ha saputo espandersi in tutto il mondo.
L’anno giubilare, iniziato lo scorso 6 gennaio con la messa solenne celebrata a Bologna, nella basilica che ospita le spoglie mortali del santo, celebrata dal cardinale arcivescovo di Bologna, Matteo Zuppi, chiude un ciclo di celebrazioni iniziate nel 2016 con il giubileo per gli 800 anni della confermazione dell’ordine dei predicatori da parte di papa Onorio III.
Per spiegare un personaggio come san Domenico, abbiamo soprattutto le immagini poiché degli scritti del santo è rimasto, invero, ben poco: in particolare l’immagine che meglio lo descrive, soprattutto dal punto di vista spirituale è anche una delle sue più antiche rappresentazioni è un’antica tavola, risalente alla prima metà del XIII secolo che lo mostra a tavola con i suoi frati. La tavola, attualmente in restauro, è conservata nella chiesa bolognese della Mascarella, la prima “casa” dei frati predicatori in città. Quindi la figura di san Domenico che emerge non è quella di un eroe solitario, ma di un padre con la sua comunità.
Infatti, fin dal sorgere della sua vocazione, san Domenico ha vissuto in una comunità: da giovane canonico nella cattedrale di Osma, una piccola città a nord di Madrid, al sud della Francia, nel Tolosano, dove nei primi anni del ‘200 costituì il primo gruppo di predicatori e fondò il primo convento. In seguito, san Domenico comprese che la predicazione aveva bisogno di solide basi teologiche e filosofiche e mandò i suoi frati nelle capitali universitarie dell’epoca, Parigi e Bologna. Proprio a Bologna, in cui si svolsero i primi capitoli generali della storia dell’Ordine, Domenico morì il 6 agosto 1221.
Quest’anno giubilare sarà accompagnato, appunto dall’immagine di san Domenico e dei suoi frati e dal tema “A tavola con san Domenico”. La tavola ricorda il cosiddetto “miracolo dei pani” ossia il modo prodigioso in cui la preghiera del santo permise alla comunità, che nulla aveva per pranzo, di potersi sfamare con quel pane, portato da due giovani che, narra la leggenda “parevano angeli”.
Il primo grande appuntamento di quest’anno giubilare sarà la tradizionale data del 24 maggio, in cui ricorre la festa della Traslazione, che ricorda il giorno in cui il corpo di san Domenico fu traslato, dalla sua prima, umile sepoltura, all’attuale arca. Il 4 agosto ci sarà la tradizionale messa della solennità di san Domenico. La speranza che, in una di queste due date possa esserci la presenza di Papa Francesco.
Con tutte le accortezze del caso, a causa della pandemia, non mancheranno molte altre iniziative: dall’organizzazione di un “Cammino di san Domenico” per ripercorrere i passi del santo fra Bologna, Firenze, Roma e altri luoghi domenicani di particolare significato, a un importante convegno storico sulla nascita e lo sviluppo dell’ordine dei predicatori.
Fra Giovanni Ruotolo, Ufficio Stampa Giubileo Domenicano