Un antico cammino di pellegrinaggio e di commercio di oltre 250 chilometri dove la presenza di una delle donne più importanti del nostro medioevo, la contessa Matilde di Canossa, è ancora tangibile tra luoghi suggestivi ricchi di storia e spiritualità, una natura sorprendente e una comunità ospitale.
La Via Matildica del Volto Santo, che raggiunge il suo apice in San Pellegrino in Alpe, là dove da sempre i pellegrini venivano accolti sulle spoglie del principe scozzese dal primo millennio, ancora oggi collega la città di Mantova, ove è conservato il Preziosissimo Sangue di Nostro Signore, patrimonio dell’UNESCO, a Lucca, luogo dove è ospitato il Volto Santo, crocefisso ligneo venerato sin dal Medioevo.
Attraversa l’Emilia Romagna per circa 140 km, toccando importanti città d’arte come Reggio Emilia, piccole capitali come Guastalla, sorprendenti borghi medievali, antichi e strategici Castelli nelle terre di Matilde, come la Rupe di Canossa, il castello di Rossena o quello delle Carpineti, suggestivi eremi spirituali e antiche Abbazie come quella benedettina di Marola con antichi castagneti matildici, il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, e le aree appenniniche oggi riconosciute della Riserva di Biosfera MaB UNESCO, unitamente alle zone fluviali del Po anch’esse riconosciute aree MaB-UNESCO, in una varietà culturale e una sorprendente ricchezza naturalistica.
Un grande percorso europeo, che penetra nell’immaginario culturale, storico, economico e religioso che ancora oggi ha un cuore pulsante nelle sue comunità, nella ospitalità dei territori, nelle produzioni agricole e dell'artigianato e nelle sue tradizioni come il “Pane di Matilde”, una pagnotta con il simbolo di una croce nel mezzo, fino alla raffinatezza dell'Ars Canusina, una tecnica di ricamo dal fascino antico che caratterizza alcune delle produzioni artigianali più preziose della tradizione di Reggio Emilia, ispirata ai motivi decorativi che impreziosivano i monumenti e le architetture tipiche del periodo di Matilde di Canossa.
L’itinerario si può percorrere nella sua interezza, attraversando l’Emilia Romagna con 5 giorni di cammino dal fiume Po al passo appenninico, ma si può decidere anche di percorre solo una o due tappe e concedersi l’opportunità di una esperienza anche di sole due notti per scoprire i sapori, i panorami, i territori con l’ausilio della Credenziale del Cammino da richiedere alla associazione.
In questo antico cammino, in cui si sono sviluppate storie di anime e cuori, la “Madonna della Ghiara”, la Madonna di Reggio, costituisce il segno di una “Tradizione” che si è perpetuata nel tempo e che diventa elemento di riconoscibilità dei territori di Matilde a memoria degli antichi percorsi di fede che si sono rinnovati nel tempo.
Da quando (il 29 aprile 1596) il diciasettenne “Marchino” di Castelnovo ne’ Monti, muto dalla nascita, ottenne la parola la “Madonna della Ghiara” è divenuta punto di riferimento per tutti i fedeli e per i molti pellegrini.
E accanto al luogo di questo grande prodigio è sorto il santuario oggi da tutti ammirato: la basilica della “Madonna della Ghiara”, un capolavoro del barocco italiano impreziosito dalle opere di tanti e grandi artisti.
Gli affreschi sono stati realizzati dai più grandi maestri del Seicento emiliano – scoperti e cresciuti alle scuole dei Carracci e di Guido Reni - e rappresentano con grande rilievo e bellezza il ruolo della donna nella storia della Salvezza.
Nella chiesa sono anche di grande pregio le Pale d’altare, opere di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, ed ancora di Ludovico Carracci, Carlo Bononi, Alessandro Tiarini, Lionello Spada, Luca Ferrari da Reggio, Orazio Talami, Camillo Gavassetti, Pietro Desani, Tommaso Sandrini, Carlo Caliari ‘Veronese’, Lorenzo Franchi, Jacopo Palma il Giovane, Sebastiano Vercellesi, Pietro Armani, Giovanni Savi, Francesco Burani, Giulio Cesare e Michele Mattei.
Ma è soprattutto in quell’affresco, la "Vergine in adorazione del Bambino”, opera cinquecentesca dipinta dal Bertone, su disegno del grande maestro del Manierismo Lelio Orsi, che si narra una storia di fede all’interno di un percorso di fede (la via Matildica del Volto Santo).
Un affresco portato in tante chiese ed edicole sulla Via Matildica del Volto Santo, a testimonianza di una fede che cammina con i pellegrini, di una fede che conduce col cuore chi si perde e non trova più la propria strada.
Oggi la “Madonna di Reggio” è un segno inconfondibile per chi cammina sulle orme di Matilde, e che nell’adorare il Bambino, ci insegna il mistero della dolcezza.
Proprio accanto al Santuario si trova un ostello (Ostello della Ghiara) pronto ad accogliere chi cammina e chi, camminando, cerca.
E’ dunque indissolubile il legame tra il Santuario della Ghiara a Reggio Emilia e la Via Matildica del Volto Santo, segno di un cammino che anche nel tempo ha saputo ritrovare sempre “nuove strade”.
Davvero si possono ammirare tutte queste bellezze anche visitando da turisti le città o i borghi. Ma prendersi il tempo di percorrere lentamente quest’antica via, vestendo i panni del pellegrino, permette di assaporare ogni cosa nel proprio contesto, di muovere i passi nella ricerca e spalancare gli occhi nella scoperta, di scorgere le pennellate con cui l’alba dipinge l’opera dell'uomo e il tramonto ne depone il travaglio. Significa connettere lo sguardo, con il cuore e con i piedi. E, con un po’ di fortuna, ritrovarsi.
Per maggiori informazioni www.monasteriemiliaromagna.it ; www.camminiemiliaromagna.it
Approfondimento a cura di
Don Giordano Goccini, Presidente Associazione Via Matildica del Volto Santo
Angelo Dallasta, Direttore Ufficio Beni Culturali Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla
Monica Valeri, Responsabile Circuito Cammini e Vie di Pellegrinaggio, Turismo Religioso APT Servizi Regione Emilia Romagna