Immaginate 10 persone d'ogni età tra loro sconosciute. Indossano magliette di 10 colori distinti. Si sono ritrovate su di un campo di basket perché Facebook diceva: giocando a pallacanestro avrai una bella sorpresa. In cinque hanno portato la palla. Sole, canestri con retine nuove, righe del campo appena dipinte. Secondo voi inizieranno subito a giocare o avranno bisogno di decidere qualcosa?
Ora pensate a Michelangelo. Convocato dal Papa disattende la sua richiesta iniziale ed affresca la 'Cappella Sistina' all'esterno della cupola di San Pietro, perché 'all'aria aperta mi sento più ispirato'.
Le 10 persone e Michelangelo riuscirebbero ad esprimere pienamente la loro creatività? Si divertirebbero? Rimarrebbe in loro l'impressione di aver dato vita a qualcosa di bello?
Spesso si pensa che la regola limiti la creatività. Ma è così? Le dimensioni di un campo da gioco, il peso della pallina da golf, l'altezza della rete da tennis; e poi il giudice che vota, l'arbitro che fischia, il segnapunti che trascrive con diligenza quanto accade. Senza tutto questo, campioni come Messi e Ronaldo, Yuri Chechi e Tiger Woods, Kevin Durant e Mohammed Alì non si sarebbero segnalati per il loro genio. Se invece oggi la loro creatività è conclamata e celebrata, lo devono proprio a chi negli sport e non solo, creativamente, ha inventato le regole. Nel momento in cui esse vengono accettate, condivise e non imposte, la società e in essa lo sport migliorano di parecchi centimetri. Ciascuno di noi ha infatti un talento - qualcuno lo scopre presto, altri nel tempo, certa gente invece, distratta, mai.
E quel talento proprio grazie alla regola è reso più efficace. Ci vogliono pazienza, tenacia, forza di volontà. Non basta avere il piede fatato per far volare una monoposto di formula 1. Bisogna studiare il tracciato, bilanciare la macchina, calcolare il consumo di benzina e pneumatico, capire il punto debole della scuderia altrui. E soprattutto partire da regole comuni a tutti i piloti, quelle che oggi ci permettono di ricordare Schumacher come uno dei più grandi di sempre. A parità di regole, la sua macchina e la sua guida sono state le migliori. Perché il vero genio è chi sa adattare il talento alla situazione. E alle regole, che valgono per lui come per gli altri. Nello sport come nella società.
Prof. Andrea Barbetti