UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DEL TEMPO LIBERO, TURISMO E SPORT
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La Chiesa è di casa nello sport: un moderno Cortile dei Gentili

Facilitare la creazione di scambi sereni tra comunità, culture e religioni
4 Maggio 2021

Il rapporto tra Chiesa e Sport si inserisce all’interno del più ampio quadro di relazioni tra la Chiesa e le realtà terrestri, descritto dalla costituzione “Gaudium et spes”. Come ogni altra realtà umana, lo sport è inestricabilmente unito alla vita della Chiesa, con la quale istaura un rapporto di reciproco arricchimento.

Simbolo eloquente di questa mutua interrelazione è l’oratorio, una caratteristica tipica della Chiesa italiana. Mentre in tutte le lingue europee, “oratorio” designa un luogo di preghiera, solo in italiano “oratorio” evoca, prima di ogni altra cosa, i campi di gioco della parrocchia. L’esistenza di questi all’ombra del campanile, come luogo di incontro, di gioco, di convivialità, aperto a tutti e perlopiù gratuito, è uno dei contributi fondamentali del cattolicesimo italiano alla Chiesa universale.

I campi di gioco accanto alla Chiesa sono il cortile della parrocchia, una parola che ci riporta al grande Cortile o Atrio del Tempio di Gerusalemme, che Benedetto XVI propose alla Chiesa come modello di una cultura dell’incontro. Il “Cortile dei Gentili”, infatti, era un ampio spazio porticato, all’interno del complesso del Tempio, al cui centro si ergeva il Santuario vero e proprio, la dimora del Dio vivente. Su questo gigantesco atrio si svolgeva la vita quotidiana del santuario, con i cambiavalute, i rivenditori di animali per i sacrifici, ma anche l’insegnamento dei dottori della legge ai loro allievi, luogo dove gruppi di scribi discettavano o disputavano sulla legge. A questo Atrio potevano accedere anche gli incirconcisi, le altre genti, ossia i “non credenti” di quel tempo, che salivano a Gerusalemme per adorare il Dio uno, seppure sconosciuto.

Il Cortile dei gentili diventa così il luogo della ricerca comune di Dio tra credenti e non credenti. Anche i campi dell’oratorio possono diventare dei cortili dei popoli, dove tutti si mettono alla ricerca di Dio da prospettive e orizzonti esistenziali diversi, attraverso lo sport. Se saremo capaci di mettere l’uomo e la sua sete di infinito e di felicità al centro, lo sport diventerà il luogo dell’incontro e dello scambio, ma anche della crescita interiore e, finalmente, dell’incontro con Dio.

Melchor Sánchez de Toca, Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura