In quella che oggi chiameremmo “bassa Modenese”, vicino alla ben più famosa Mirandola (la città del geniale Pico), una piccola Pieve è il segno dell’antica presenza dei cammini di fede nei territori padani.
Soggetta alla Diocesi di Reggio Emilia fino alla creazione della diocesi di Carpi, la Pieve di Santa Maria della Neve in Quarantoli presenta quegli aspetti di raggiungibilità per via d’acqua dalla corte episcopale tipica delle Pievi di Pianura, ed ancor oggi essa costituisce quel perno di unione tra i cammini dell’Emilia Romagna: è infatti a ridosso della Via Romea Germanica Imperiale, ma per storia, tradizione e spirito è nel cuore della Via Matildica del Volto Santo e ben rappresenta il ricco e articolato sistema di snodi viari e di collegamenti storici culturali e artistici che caratterizza il Circuito regionale dei Cammini dell’Emilia Romagna.
La Pieve è dunque nei pressi della Via Romea Germanica Imperiale, un antico itinerario percorso nei secoli da eserciti, commercianti e pellegrini, dai Celti e dai Romani ai Germanici, e conduce da Trento ad Arezzo passando per città d’arte come Modena, Patrimonio dell’Umanità, e piccoli borghi pieni di storia come Fiumalbo, inserito nell’elenco dei borghi Più Belli d’Italia.
Per storia e tradizione è fortemente legata alla Via Matildica del Volto Santo, antico cammino di pellegrinaggio e di commercio da Mantova a Lucca attraverso Reggio Emilia, dove la presenza di una delle donne più importanti del nostro medioevo, la contessa Matilde di Canossa, è ancora tangibile tra luoghi suggestivi ricchi di storia, cultura, natura e spiritualità.
Entrambe si inseriscono nel più ampio sistema viario delle Romee tra cui troviamo anche la Via Francigena, la Via Romea Strata e la Via Romea Germanica che collegano il nord e l’est Europa a Roma attraversando più nazioni e territori, di cui due, la Via Francigena e la Via Romea Germanica sono oggi riconosciuti come itinerari europei dal Consiglio d’Europa.
La Regione Emilia-Romagna ha avviato molti interventi a seguito del sisma e molti di quegli edifici storici, diversi dei quali dislocati lungo i percorsi del Circuito regionale dei Cammini dell’Emilia Romagna, torneranno a prendere vita per essere ancora “più belli”, come segnapassi dei cammini, luoghi di valorizzazione dei territori e di incontro con le comunità.
Luoghi lontani che i cammini trasformano in mete necessarie e tali sono tutte le Pievi che sul territorio di pianura punteggiano la presenza di una fede viva che dura da più di un millennio, una fede che si fa cammino non solo su strada ma anche nelle sue architetture e nelle sue opere d’arte.
Quarantoli nasce come villaggio portuale e lacustre: possedeva importanti peschiere ed era insediata a ridosso di un sistema di porti, su un corso d’acqua che immetteva nel Bondeno e di lì permetteva l’accesso al Po.
La prima menzione scritta di queste località risale all’anno 842, anno in cui l’imperatore longobardo Lotario fece donazione di questa località a S. Anselmo, fondatore del monastero nonantolano, nominandola espressamente “Quarantula”.
A seguire il rafforzamento della “curtis” di Quarantoli per la volontà politica canossiana di creare lungo il Po una formidabile rete patrimoniale e militare in grado di contenere e controllare l’espansione delle città gravitanti sul collettore padano: nella fattispecie Modena e Reggio da Sud, Mantova e Ferrara da Nord, rispetto alle quali Quarantoli figurava in posizione grossolanamente epicentrica.
Oggi la chiesa si presenta con parti originali risalenti ai secoli XII e XIII (sull‘altare mensa vi è indicata la data del 15 novembre 1114) o ricondotte all’aspetto originale come la torre campanaria ed il vano anteriore, mentre altre parti si presentano di stile barocco (come la facciata risalente all’anno 1670), oppure del tutto ricreate in un presunto stile romanico (come l’intera zona presbiteriale costruita dalla seconda alla quarta decade del XX secolo).
Nel 2012, Quarantoli è colpita da una serie di violenti terremoti, ricordati come il “terremoto dell’Emilia” ed anche la Pieve di S. Maria della Neve è stata gravemente danneggiata dal sisma del 20 e del 29 maggio 2012, che hanno reso la chiesa e la torre campanaria completamente inagibili, a causa delle vistose lesioni riportate e del crollo di buona parte della struttura, specialmente il lato verso sud e parte superiore della facciata.
Ma alla morte non potrà che seguire la resurrezione, una resurrezione non soltanto di un singolo edificio ma di una realtà antica che sarà speranza nel futuro.
Oggi la Pieve è in fase di restauro ma il luogo è interamente visitabile. Per informazioni: Diocesi di Carpi, Ufficio Patrimoni, direttore Arch. Sandra Losi.
Maggiori informazioni sul Circuito Regionale dei Cammini e delle Vie di Pellegrinaggio, sono disponibili su www.camminiemiliaromagna.it www.monasteriemiliaromagna.it
Approfondimento a cura di
Arch. Angelo Dalllasta , direttore Ufficio beni culturali Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla
Arch. Sandra Losi, direttore Ufficio Patrimonio Diocesi di Carpi
Monica Valeri, responsabile del Circuito Cammini e del progetto Turismo Religioso APT Regione Emilia Romagna