Nelle Marche ci sono diversi cammini, con più o meno storia. Da quasi due anni è stato inaugurato un cammino che non è storico, ma che ripercorre una storia lunga quasi 500 anni, cioè da quando è nato l'ordine dei frati minori Cappuccini[1].
È un cammino che si collega non tanto alla tendenza di nuovo “stile di vacanza”, quanto a uno “stile di vita”, che tiene insieme il “cammino su lunghe distanze” con un approccio più “umano” alla vita, al territorio, al “paesaggio”, alle relazioni, alla spiritualità, che evita (o almeno limita) il “consumo” e cerca l’armonia e la riconciliazione.
Fra Sergio Lorenzini, giovane ministro provinciale dei frati Cappuccini delle Marche, appassionato di cammini e consapevole del patrimonio di fede, ma anche storico, artistico e culturale della terra dove i Cappuccini sono nati, ha immaginato un cammino per “recuperare e valorizzare” la storia dei Cappuccini: pensa alle sedi di tappa, coinvolge volontari e conoscitori dei territori e dei sentieri, fa preparare la segnaletica ed un sito bello e completo[2], contatta le strutture ricettive dei comuni (medi, piccoli e piccolissimi) in cui le tappe terminano e cominciano... perché il cammino è anche un “turismo dolce” che può aiutare a sostenere la fragile economia dell’entroterra marchigiano. Il risultato è un percorso di quasi 400 km che, in 17 tappe, attraversa la dorsale interna della regione Marche, da Fossombrone ad Ascoli Piceno, ripercorrendo i luoghi della riforma cappuccina.
Ci sono diversi “cammini” nel Cammino dei Cappuccini.
Il primo è quello del “camminare nella natura”. È entusiasmante percepirsi dentro i tanti e diversi ambienti naturali che si incontrano e si susseguono senza soluzione di continuità dal nord al sud delle Marche: dai fiumi, torrenti e laghi ai paesaggi mozzafiato; dai boschi di latifoglie alle tante querce, il simbolo della regione Marche; dai vigneti e dagli uliveti delle bellissime colline marchigiane alle campagne coltivate; dai rilievi importanti ai calanchi.
Il secondo è il “camminare nella cultura” di una regione, come le Marche che ha tanti luoghi “magici”, in cui spesso la cultura si incontra con l’arte e con la fede; sarebbe limitativo farne un elenco parziale, per cui se ne cita uno per tutti: Renacavata di Camerino, il primo convento cappuccino.
Il terzo è il “camminare nella spiritualità”, quella di questo ordine che è nato per riportare alle origini il movimento francescano, alla sua “regola”... sine glossa.
Un quarto, e forse non ultimo, è il “camminare nella storia” quella “avventurosa” dei Cappuccini che viene descritta nel libro scritto da fra Sergio Lorenzini, “Lo spirito dei cappuccini - Il romanzo storico che accompagna il pellegrino lungo il cammino dei cappuccini”. È un testo che ribadisce, in molte pagine, il profondo valore del cammino e dei cammini rispetto a tante dimensioni della vita e dell’esperienza della persona.
Il cammino è interamente percorribile a piedi, ma c’è anche la versione per biciclette e una versione con tappe più brevi per andare incontro alle diverse esigenze dei pellegrini. Durante l’anno ci sono anche proposte di “cammino con i frati” per tratte di cinque o più tappe.
Il Cammino dei Cappuccini però non è una “passeggiata coi frati”, è “tosto”, però vale la pena farlo. Infatti, sono ormai molti i singoli o i piccoli gruppi, da tutta Italia e dall’estero, che hanno camminato e continuano a camminare alcune tappe o anche l’intero percorso in un’unica volta.
Stefano Ricci, Guida Ambientale Escursionistica e collaboratore del Cammino dei Cappuccini – info@pensieriepassi.it
[1] Nel 1528 l'approvazione di papa Clemente VII, con la bolla Religionis zelus
[2] www.camminodeicappuccini.it