di Alessandra Valente
Dolcemente viaggiare, rallentando per poi accelerare, con un ritmo fluente di vita nel cuore… Cantava così Lucio Battisti, già nel lontano 1977. Una lentezza dettata dalle caratteristiche della mobilità degli anni settanta, quelli a cui regolare il minimo, per non dare strappi.
Oggi c’è una grande voglia di tornare a viaggiare, e di farlo in libertà, quella libertà che ci è mancata in questi ultimi due anni, viaggiare con quella spensieratezza che ancora oggi, purtroppo, ci manca.
Trovare un posto tranquillo dove trascorrere del tempo lontano dallo stress e dalle preoccupazioni, come cura dell’anima. Trovare il proprio ritmo, condito con la lentezza e scandito dalle sensazioni, dagli odori e dai suoni della natura, dell’erbetta bagnata lungo i sentieri di montagna, del fluire dei rigagnoli d’acqua, dell’infrangersi delle onde sugli scogli o sulla battigia.
Tempo lento che batta sul cuore, destandolo dalla paura, liberandolo dalle crosticine di mille e più ansie, soffocamenti, dolore. Per tornare a respirare.
E per farlo abbiamo bisogno di silenzio e di contemplazione, come ci invita a fare Papa Francesco nel suo Angelus, il primo da San Pietro dopo il suo ricovero al Gemelli. Silenzio e contemplazione, due ingredienti indispensabili per tracciare un percorso che ci faccia ritornare a un’ecologia del cuore.
Ritrovarsi a essere vicini a sé stessi, al proprio sentire e, con compassione, avvicinarsi alla contemplazione dello spazio che ci circonda, di quelle piccole cose che bastano per vivere, eliminando tutti i fronzoli e il superfluo, con lentezza, e tutto questo non è pigrizia o inefficienza, tutt’altro. È l’essere presenti a sé stessi, con il cuore aperto a sentire e a guardare quello che ci scorre come il nastro di un film davanti agli occhi, occhi attenti a vagliare il tutto e a cogliere il Bello, a trattenerlo, a farlo proprio e a trasformarlo in esperienza, in racconto, in segno fruibile da qualcun altro pronto a fare lo stesso esercizio di scoperta dell’Incanto della Vita.
La chiave per intraprendere questo percorso contemplativo pare sia diventata il trovare il proprio luogo del cuore, lasciandoci accompagnare da una canzone, da un ricordo, da una sensazione, da un’immagine, per vivere un’esperienza sorprendente e unica per chi la vive.
Partire a ritrovare se stessi in un monastero, ad esempio, o in una casa religiosa per ferie, il tempo di un weekend, di una settimana o più, come suggerisce il presidente dell’associazione no profit “Ospitalità religiosa italiana”, Fabio Rocchi, con il lancio dell’iniziativa ‘Faccio un salto in convento’, dove il fine ultimo è l’incontro, l’ascolto, lo scambio di esperienze nel rispetto altrui e nella partecipazione alla vita in convento, caratterizzata da momenti ripetuti, come la sveglia alle 7, la contemplazione alle 8, la messa, la colazione, le pulizie, la cura dell’orto, momenti ripetuti sì, ma resi unici dalla condivisione.
Le azioni ripetute e il silenzio accompagnano in un viaggio introspettivo quanti scelgono questo genere di ‘vacanza’. Si tratta di donne, di uomini, di giovani e di adulti, credenti e non.
Per chi invece ha il piacere della riscoperta della semplicità, dei sapori unici, dei piatti unici, cosa c’è di meglio della vacanza nei borghi? Sì, i piccoli borghi della nostra bella Italia, dove incontrare gente genuina, pronta a offrirti ascolto, a servirti racconti di vita di comunità, dov’è custodito il volto dei singoli, a dirla come Massimo Recalcati ne La tentazione del muro, dove il carattere insostituibile e concreto del particolare è preservato rispetto alle ragioni astratte dell’universale.
Abbandoniamo stress, preoccupazioni, smartphone e dispositivi vari, disconnettiamo il nostro essere dalle immagini che hanno accompagnato questo periodo pesante, non per dimenticarcene, come se nulla fosse accaduto o come se il male pandemico fosse finalmente battuto e vinto, ma per restarcene in silenzio, per ritrovare il nostro essere e alleggerirlo dal fardello dell’ansia e dalla paura, per tornare a respirare.
Buone Vacanze, Italia! Buone vacanze, italiani!
Per info: https://turismo.chiesacattolica.it/cpt_pt/hopeplace/