«Anche la vita spirituale ha bisogno di mettersi in cammino. Il pellegrinaggio è nutrimento dello spirito; ci permette di liberarci delle sovrastrutture e di entrare in dialogo con la nostra parte più intima, ma ci aiuta anche a scoprire il valore del silenzio e della fatica. E, mentre camminiamo, il Signore ci parla».
Spiega così don Raimondo Sinibaldi, presidente della Fondazione Homo Viator-‐ San Teobaldo della Diocesi di Vicenza, la volontà di riscoprire l'antica via di pellegrinaggio Romea Strata, un itinerario di quasi 3.000 chilometri, che parte dal Mar Baltico per arrivare a Roma.
Oggi bisaccia e bordone sono stati sostituiti da zaino e GPS ma, come in epoca medievale, i pellegrini percorrono le Repubbliche Baltiche, Polonia, Repubblica Ceca e Austria, ed entrano in Italia da Tarvisio, in Friuli Venezia Giulia. Passando da Aquileia, centro propulsore della cristianità in Europa, si dirigono in Veneto, percorrendo la via Romea Annia, raggiungono il Po, per poi giungere all'abbazia di Nonantola in Emilia Romagna, attraversare il passo della Croce Arcana, che segna il confine con la Toscana, e arrivare a Fucecchio-‐San Miniato, dove la Romea Strata si congiunge con la Francigena, tramite la quale si giunge a Roma.
La Fondazione Homo Viator, di cui la Romea Strata è un progetto, ha ripristinato, mappato, georeferenziato e posto in sicurezza il tracciato millenario, che oggi è percorribile a piedi o in bicicletta. Dove la modernità lo ha stravolto, si è ricercato un percorso pertinente allo spirito originario, caratterizzato da paesaggi che esaltano lo splendore del creato, e con la presenza di bellezze artistiche e architettoniche. Basta pensare a Cercivento (Udine), paesino di montagna di poco più di 600 abitanti, conosciuto per la sua “Bibbia a cielo aperto”, ovvero affreschi e mosaici di versetti biblici riportati sulle pareti degli edifici, oppure al cimitero di Spilamberto (Modena), dove si sono trovate sepolture di pellegrini con incisa la tipica conchiglia sulla fronte.
Ancora, le incisioni rupestri lasciate anticamente sulle rocce a Cutigliano, provincia di Pistoia. E con Pistoia quest'anno la Fondazione sta collaborando per la valorizzazione dell'Anno Santo Iacobeo. Da nove secoli questa città, detta la “piccola Santiago” associa il suo nome all'apostolo Giacomo, poiché accoglie nella Cattedrale una reliquia dell'apostolo.
L'impegno della Fondazione è oggi diretta alla catalogazione delle memorie di San Giacomo lungo la Romea Strata: chiese, monasteri, abbazie, dedicate al Santo evangelizzatore della Spagna. Romea Strata è un progetto affascinante perché riserva sorprese continue: è anche custode delle “orme” di Dante. Quest'anno, in occasione del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri (14 settembre 1321), la Fondazione Homo Viator ha inteso riscoprire aneddoti, personaggi, edifici, luoghi, che hanno ispirato il Sommo Poeta, tanto da inserirli nella Divina Commedia.
«La struttura è proprio quella del pellegrinaggio -‐ afferma la professoressa Chiara Magaraggia, della Società Dante Alighieri di Vicenza ‐, a partire dal fatto che Dante colloca l'opera nel 1300, anno del primo Giubileo Universale della Cristianità, indetto da papa Bonifacio VIII». Ma tutto questo non è un bel racconto; il progetto Romea Strata è suffragato da basi storiche e metodologiche messe a punto durante un convegno che si è tenuto a Vicenza nel 2013 dedicato alle vie di pellegrinaggio, che ha visto il contributo del Centro Italiano di Studi Compostellani.
Dopo la costituzione nel 2018 dell'AERS, Associazione Europea Romea Strata, il prossimo obiettivo è presentare la propria candidatura all'Istituto Europeo degli Itinerari Culturali per ottenere il titolo di Cultural Route of The Council of Europe.
Romina Gobbo, Responsabile Comunicazione Progetto “Romea Strata”