di Alessandra Valente
Vito Dell'Aquila è uno dei ragazzi che hanno reso vincente la nostra bella Italia a Tokio2020. E proprio Vito, un ragazzo di 20 anni, alto un metro e settantanove, dal viso smilzo e dallo sguardo sincero e determinato, conquista il primo oro olimpico per la nostra nazione, nella sua disciplina, il Taekwondo, alle olimpiadi di Tokio lo scorso 24 luglio.
Ho chiesto a Vito quanto contano per lui l’impegno e la determinazione, tanto nella vita e quanto nello sport, e quanto hanno contato questi due elementi per lui per arrivare a Tokyo2020 e conquistare quella prima medaglia d’oro per l'Italia.
“Queste due componenti, l'impegno e la determinazione, come Vito afferma, hanno inciso enormemente sul mio percorso e mi hanno dato quella consapevolezza per realizzare il mio sogno. Nello sport, ma in qualsiasi ambito, il talento non basta, non è sufficiente per farti raggiungere i massimi risultati.”
E per lui impegno e determinazione contano ancor di più, aggiunge, soprattutto quando sale sul tatami, prima di incontrare il suo avversario. “Sono delle emozioni contrastanti, ci dice Vito Dell’Aquila, la voglia di salire su quel quadrato, di fare quello che più mi piace fare, si scontra con l’ansia di prestazione, nella sua giusta dose, quella che ti riporta con i piedi per terra e ti fa affrontare il tuo avversario in modo consapevole, vagliandone i pregi, considerandone i difetti, non solo i suoi, ma anche i tuoi.”
Ho guardato e riguardato più volte, le immagini della sfida finale con il tunisino Jendoubi. E più di tutti i gesti, più di ogni altra azione, tutte apprezzabili, mi ha colpito lo slancio finale del “Cavaliere Nero”, quello slancio che, prima di esultare per la sua vittoria, lo ha portato ad andare incontro a Jendoubi e abbracciarlo, a chiedere un applauso per lui. Un gesto che parla di rispetto. Per questo motivo ho voluto sapere da Vito, quando il suo avversario smette di essere un "nemico" e quanto contino per lui il rispetto e la condivisione. Vito pensa questo: “i miei avversari non sono 'nemici', ma semplicemente rivali. Fa parte della competizione, dello sport affrontare a muso aperto un altro atleta. È bello che entrambi diamo il massimo sul quadrato, ma alla fine di tutto siamo amici. Ho un grande rispetto di tutti i miei avversari. Molti sono miei amici e mi sono molto simpatici. La condivisione conta tantissimo. È la parola chiave dello sport in quanto tutti condividiamo lo stesso sogno e lo stesso mezzo sportivo e leale per raggiungerlo.”
Questo bellissimo messaggio di fair play, che rende memorabile un atleta, non solo per la sua vittoria e per la sua prestazione sportiva, ma anche e di più per il suo essere e per il suo sentire, di persona bella, che incarna tutto lo spirito olimpico, è unito poco dopo dal nostro campione, a una nota rivolta ai ragazzi della sua età, sull'importanza dello sport.
“Il consiglio che mi sento di dare ai ragazzi della mia età – dice Vito - è quello di abbondare le brutte strade, che ti danno una felicità effimera e di concentrarsi sulle cose sane della vita, come lo sport, che a me ha dato tanto.”
Nel corso dello scambio di battute con Vito Dell’Aquila, non poteva mancare il richiamo alla sua terra, alla Puglia e in particolar modo a Mesagne, di cui Vito si sente particolarmente fiero, come traspare dalle sue parole: “mi piace tanto portare le mie origini in giro per il mondo. Quando il gioco si fa duro, possono essere le fonti più grandi di motivazione.”
A Mesagne il giovane campione olimpico è nato e si è formato, circondato da persone che infondono costantemente in lui i valori sani, come quelli che gli ha lasciato in eredità il suo caro nonno Vito.
“Mio nonno è stato, è e sarà sempre un pilastro nella mia vita – afferma Dell’Aquila - Ho avuto un rapporto speciale con lui e conserverò sempre tutti i ricordi con lui. Ho dedicato a lui questa vittoria perché lui più di ogni altro ha creduto in me. Era convinto che avrei vinto. E poi ha fatto parte del mio percorso perché mi seguiva, si informava spesso e mi accompagnava spesso in palestra.”
Ed è qui che Vito Dell’Aquila ci lascia un altro regalo: la riflessione sull’importanza della presenza e del sostegno. Sì, perché ogni piccola vita che nasce, per diventare forte e bella, ha bisogno di cura, di presenza, di guida e sostegno. È così che nascono i campioni.
Il nostro augurio, è che tu possa continuare a collezionare momenti di gioia legati alle tue vittorie e che tu possa realizzare l’altro tuo grande sogno: diventare giornalista e scrivere di Taekwondo.
Grazie Vito!